© Comitato "No Cinghiali"
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Da mesi gli animali danneggiano le coltivazioni. Il presidente del Comitato Stop Cinghiali critica la Regione: "Quella di non darci priorità è una scelta politica"
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Decine di trattori si sono riversati stamattina sulla Statale Ionica per protestare contro l'invasione dei cinghiali che sta devastando le aziende agricole della zona. Il corteo è partito da Torretta di Crucoli per arrivare a Torre Melissa, divenute, insieme alla località di Cirò Marina, i luoghi centrali della protesta. "Siamo arrabbiati e abbandonati a noi stessi", dicono dalle associazioni.
"È un problema contro cui combattiamo da tempo" racconta a TgCom24 Valerio Pugliese, imprenditore e presidente del comitato Stop cinghiali. "Siamo una delle zone più ricche di vigneti qui in Calabria e i cinghiali, non trovando più da mangiare altrove, entrano nei centri agricoli e devastano tutto". Seminativi spazzati via, vigne sradicate. I danni all'ecosistema sono incalcolabili ed ora si teme anche per gli uliveti. "Non intendiamo bloccare la Statale ma di certo, qualche disagio lo abbiamo creato" racconta Pugliese, parlando del lungo corteo di trattori che sta sfilando in queste ore sulla Statale 106 Ionica esibendo cartelli di protesta. Finora è stato registrato qualche rallentamento alla circolazione. Inizialmente la proposta di prolungare la stagione venatoria era considerata una possibile soluzione, consentendo un abbattimento controllato dei cinghiali per limitare la loro proliferazione. Una proposta che però si è scontrata contro le opinioni di chi chiede di preservare la fauna locale.
"Abbiamo chiesto aiuto senza ottenere risultati. La Regione Calabria non ha stanziato un euro, nella prevenzione e nemmeno nei risarcimenti. Siamo arrabbiatissimi e soprattutto siamo completamente abbandonati a noi stessi". L’offerta di una indennità di 25mila euro è stata respinta dal Comitato, che la considera una misura insufficiente per coprire le perdite sostenute dagli agricoltori. "La Regione ha proposto di applicare il regime de minimis sugli aiuti di Stato: 25 mila euro diluiti in tre anni. Questo giochetto non è accettabile. I risarcimenti in questione non possono essere qualificati come aiuti di Stato, ai quali normalmente si ricorre in occasione di calamità o di emergenze o per l'acquisto di nuovi trattori e strumenti agricoli". Ora, gli agricoltori chiedono misure preventive a lungo termine e la garanzia di risarcimenti adeguati ai danni subiti. "Quella di non dare priorità al nostro settore, a questo punto, è diventata una scelta politica", conclude Valerio Pugliese.