L'alto magistrato, inaugurando l'anno giudiziario, ricorda che 70 delitti sono avvenuti per mano del partner o ex partner
Su 295 omicidi volontari nell'ultimo anno, ben 118 sono le donne rimaste vittime, un dato "sconcertante" e "sintomo evidente di una uguaglianza non metabolizzata". Lo ha sottolineato il Primo presidente della Cassazione, Pietro Curzio, nella sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, rilevando che "sono 102 le donne assassinate in ambito familiare-affettivo e, in particolare, 70 per mano del partner o ex partner".
"Questo tipo di suddivisione è costante negli ultimi anni, si inquadra in un preoccupante incremento dei reati all'interno della famiglia".
Per l'alto magistrato "su questo tema vi è un forte impegno dello Stato a cominciare dal Parlamento, impegno che richiede agli inquirenti attenzione e reattività, cui deve seguire severità in sede di applicazione della legge. Ma la risposta repressiva non può raggiungere le cause di un malessere profondo che la società deve affrontare in una dimensione più ampia, a cominciare dai luoghi di formazione della personalità".
"Minacce e violenze a cronisti e sindaci" Per quanto riguarda i reati, "è da segnalare anche il fenomeno delle violenze e minacce nei confronti di specifiche categorie di persone particolarmente esposte, quali i giornalisti o gli amministratori locali", sottolinea il Primo presidente della Cassazione nell'Aula Magna della Suprema Corte, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e della Guardasigilli, Marta Cartabia.
"In Italia in calo omicidi" "Nel 1991 gli omicidi in Italia furono quasi 2mila. In seguito sono lentamente ma progressivamente diminuiti riducendosi a 359 nel 2018, 317 nel 2019, 287 nel 2020". "Le spiegazioni sono molteplici; una significativa è offerta da un altro dato: è aumentato il numero degli omicidi volontario di cui è stato identificato l'autore: si è passati, anche qui con una progressione costante, dal 40% del 1992 al 73% nel 2020", ha detto Curzio.