L'intervista a "Controcorrente": "In due ore guadagno molto di più di quanto percepivo in un mese di lavoro"
"Nessuno mi costringe, ma lo faccio per necessità". È la testimonianza di Jessica una escort che, intervistata a "Controcorrente", racconta cosa l'ha spinta a lasciare il suo lavoro da commessa e a dedicarsi al sex working. La donna che rimane anonima "per preservare la sua identità" spiega che se avesse avuto un buon lavoro non avrebbe scelto di fare l'escort. "Anni fa lavoravo come commessa, ma guadagnavo 800/900 euro al mese per otto ore di lavoro al giorno, oggi - fa sapere - posso guadagnare anche 2mila euro in due ore".
Jessica ha lasciato il lavoro come commessa non solo per il compenso economico troppo basso per le sue esigenze, ma anche per la precarietà della sua posizione: "I contratti erano sempre a tempo determinato e venivano rinnovati di tre mesi, in tre mesi". Da un paio d'anni, invece, Jessica gestisce autonomamente il suo tempo e il suo lavoro. Un'attività quella di escort che da un punto di vista sociale la limita molto, ma che ritiene necessaria per guadagnare adeguatamente.