Il volatile, appartenente ad una specie a rischio, era arrivato in Africa ma del cibo avvelenato l’ha uccisa. Accade pochi giorni dopo gli spari a Clara vicino Trapani
Dopo l’episodio che ha visto coinvolta l’avvoltoio Clara, anche la sorella Bianca è stata ritrovata senza vita in Tunisia. I due giovani esemplari di capovaccaio, raro esemplare di avvoltoio, erano partite da Matera alla ricerca di un luogo dove poter passare l’inverno. Bianca era arrivata in Tunisia, ma dopo alcuni rilevamenti anomali del GPS è stato ritrovato il corpo esanime dell’animale, probabilmente avvelenato. Come successo per Clara, a darne la notizia è stata l’Associazione Cerm, Centro Rapaci Minacciati, con un lungo post su Facebook.
“Bianca aveva appena superato il tratto di mare che separa la Sicilia dal nord Africa – si legge nel lungo post su Facebook - e che rappresenta l’ostacolo naturale maggiore per i capovaccai che dall’Italia si dirigono verso i quartieri di svernamento ubicati nell’Africa sub-sahariana. Si era fermata in una zona con molti ovili dove, purtroppo, pare che qualche allevatore sparga carcasse avvelenate per uccidere i predatori terrestri, anche se la legge tunisina lo vieti espressamente. Scesa in una oliveta, probabilmente si è cibata di una di queste carcasse avvelenate per circa un’ora. Non appena i segnali ricevuti dal GPS hanno indicato un’anomalia nel comportamento, è scattato l’allarme”.
Da una radiografia effettuata sull’avvoltoio, sembra che la causa sia l’avvelenamento. Questa specie di volatili è molto rara ed è la più minacciata in Italia, dove gli esemplari sono davvero pochi. “Se non si prenderanno provvedimenti urgenti a livello nazionale ed internazionale, - conclude il post sul social dell’Associazione - il destino del capovaccaio e di altri rapaci migratori sarà segnato per sempre. Per questo motivo, alla luce della drammatica fine di Bianca e Clara, dovremo fare una riflessione su se e come proseguire con le nostre attività, viste le insidie che i nostri capovaccai incontrano ovunque”.