Il killer di Budrio, in 8 mesi di fuga, ha potuto contare su un trafficante di droga, un "postino" che recapitava i messaggi ai familiari in Serbia e un gruppo di falsari di documenti
Spagna, Austria, Francia, Ungheria: è in mezza Europa che, secondo gli investigatori italiani, si annidano i complici che hanno coperto per 8 mesi la fuga del serbo Norbert Feher, alias Igor il Russo. A fornire informazioni durante la caccia al killer di Budrio, come riporta Il Corriere della Sera, erano soprattutto suoi ex compagni di cella. Intanto 500-600 persone, in diversi Paesi, venivano monitorate nella speranza di arrivare al più presto a lui. E, da come è stato ricostruito, alla famiglia in Serbia il fuggitivo ha sempre avuto modo di far arrivare notizie di sé. Fine della corsa proprio in Spagna, il Paese dove - come aveva raccontato agli inquirenti chi lo aveva conosciuto bene in prigione - aveva sempre detto di voler vivere.
La Spagna In Spagna, tra Valencia e Madrid, Igor il Russo c'era già stato. "Cercatelo lì", era l'invito di chi sapeva. E da mesi i carabinieri erano nella penisola iberica. Secondo la ricostruzione del quotidiano, inoltre, erano di Valencia le due ragazze alle quali il killer scriveva dal carcere nei suoi otto anni di detenzione per rapina. Nel 2016 Igor stesso postava su uno dei suoi profili Facebook foto a Valencia con la didascalia "Casa dolce casa". Viveva in Spagna una cubana, suo punto di riferimento. Da ultimo all'aeroporto di Madrid, un mese fa, un testimone segnalò la sua presenza ai familiari di una delle vittime del Ferrarese. Infine, Igor si era procurato un nuovo importante contatto: un grosso trafficante di droga che vive a Malaga, fa la spola fra l'Italia e la Spagna e ha come guardiaspalle alcuni serbi.
L'Austria A Vienna vivrebbero amici serbi d'infanzia. Uno, in particolare, in questo periodo avrebbe fatto il "postino", consegnando i messaggi che riceveva su Whatsapp alla famiglia di Igor in Serbia.
La Francia Una pista sulle tracce dei fiancheggiatori di Igor porta in Francia. Qui il killer sarebbe stato molto vicino a un gruppo di falsari di documenti e passaporti, finito anche in carcere più volte con pesanti condanne.
L'Ungheria Anche in Ungheria è stata ipotizzata una rete di contatti riconducibile a Igor e ai suoi parenti in Serbia, ma non è stata avviata la rogatoria internazionale per portare avanti, come invece accade in Spagna, Serbia, Austria e Francia, attività di indagine.