Per mesi Coppola, anche se latitante, ha postato video attaccando i magistrati che hanno indagato su di lui proclamandosi sempre "innocente"
L'immobiliarista Danilo Coppola è stato arrestato ad Abu Dhabi, dove era in gita turistica, ed è stato portato in carcere nella capitale degli Emirati Arabi. Il provvedimento è stato eseguito in seguito a un mandato di arresto emesso il 2 agosto 2022 dopo la condanna in via definitiva per il crac del Gruppo Immobiliare 2004, di Mib Prima e di Porta Vittoria, emessa a luglio del 2022.
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L'Ufficio esecuzione della procura di Milano, coordinato dall'aggiunto Eugenio Fusco e col pm Adriana Blasco, nel settembre 2022 aveva emesso un mandato d'arresto internazionale. Coppola fino ad oggi risultava latitante.
Dopo l'ordine di carcerazione, nel quale la pena da scontare era stata calcolata in 6 anni, 2 mesi e 12 giorni (tolto dai 7 anni il cosiddetto "pre-sofferto") e dopo il verbale di "vane ricerche" sul territorio italiano, il pm Adriana Blasco aveva firmato il mandato d'arresto internazionale. Poi è arrivata l'individuazione, da parte degli investigatori, di Coppola a Dubai e quindi l'arresto, a cui segue una richiesta di estradizione verso l'Italia.
Prima di andare negli Emirati Arabi Uniti, Coppola si trovava in Svizzera (dove pare sia rientrato anche di recente per un problema di salute) e le autorità elvetiche avevano negato la sua consegna all'Italia in relazione ad un'ordinanza di custodia in carcere per un altro procedimento per tentata estorsione sul caso Prelios.
Per mesi, tra l'altro, l'immobiliarista, anche se latitante, ha postato video sui suoi canali social attaccando i magistrati di Roma e Milano che hanno indagato su di lui proclamandosi sempre "innocente".
Nel 2022, prima dell'ultima sentenza, Coppola decise di iniziare la sua latitanza. "Ho preferito non farmi trovare. Non vorrei fare l’ennesimo carcere preventivo per poi essere di nuovo assolto", disse all'epoca a Il Corriere della Sera.
Danilo Coppola fu condannato a 9 anni di reclusione per bancarotta in seguito a un crac da 300 milioni di euro.
In particolare, è imputato davanti alla seconda penale (sentenza il 9 gennaio), con altri tre nel processo che vede al centro accuse scaturite dall'inchiesta principale sui crac Gruppo Immobiliare 2004, Mib Prima e Porta Vittoria. Tra i casi di questo procedimento c'è la bancarotta per il fallimento nel 2015 della srl Editori per la finanza, di cui Coppola sarebbe stato "amministratore di fatto". Inoltre, in un altro processo, assieme a un'altra persona che ha già patteggiato, è accusato di tentata estorsione ai danni di Prelios, società di gestione del risparmio proprietaria
del complesso immobiliare Porta Vittoria, nel capoluogo lombardo.
Coppola, nato nel 1967 a Roma da una famiglia siciliana, dopo la perdita del padre, a 28 anni prende in mano le attività immobiliare di famiglia tra cui ville, terreni e centri commerciali.
Coppola balzò agli onori delle cronache a metà degli anni Duemila perché faceva parte di un gruppo di immobiliaristi, tra cui Stefano Ricucci, che aveva tentato la scalata di banche, tra cui Antonveneta e Bnl, e alcune aziende del mondo dell’editoria.