L'ex Stalingrado d'Italia cambia rotta dopo 72 anni con il primo sindaco di centro-destra
"Stop al commercio abusivo, all'accattonaggio e al bivacco che determinano lo scadimento della qualità urbana negli spazi pubblici, nei giardini e fuori da esercizi commerciali". Così si legge nell’ordinanza firmata dal primo cittadino di Sesto San Giovanni (Mi) Roberto Di Stefano. Dopo aver bloccato la costruzione della moschea, il neo eletto sindaco di centrodestra del comune della provincia di Milano ha introdotto il "daspo urbano" contro accattoni e abusivi.
Un'ordinanza anti-degrado, firmata d'ntesa con l’assessore alla Sicurezza Claudio D’Amico, e che prevede, per chi non rispetta le regole, oltre a una sanzione amministrativa pecuniaria (da 50 a 300 euro) anche l’allontanamento dal territorio di Sesto San Giovanni. L’atto, approvato ieri dalla giunta, stila una lista di tutti i comportamenti vietati in città: consumare bevande alcoliche, espletare bisogni fisiologici a cielo aperto, intralciare il libero transito e molestare i cittadini, in particolare donne e anziani. Azioni queste, si legge nel provvedimento, "che determinano lo scadimento della qualità urbana".
"Mi è sembrato giusto dare un segnale forte, introducendo anche quello che viene definito 'daspo urbano' con l’allontanamento dal nostro comune di chi contravviene alla legge – ha affermato il sindaco di Sesto San Giovanni. - Dai continui controlli effettuati dal comando della Polizia Locale viene infatti registrata la presenza di soggetti che, in particolare nelle vie centrali e di maggior afflusso pedonale, in corrispondenza di attività commerciali, richiedono denaro talvolta in forma invasiva o molesta". I recidivi possono essere allontanati fino a 12 mesi, oppure fino a 5 anni se si tratta di spacciatori di droga.
Con questa ordinanza Roberto Di Stefano segna un netto cambio di rotta rispetto alle precedenti amministrazioni. Dopo 72 anni di giunte di sinistra o centrosinistra l’ex Stalingrado, con il primo Sindaco di centrodestra, prende una strada diversa. Il daspo urbano è solo l’ultima decisione controcorrente presa dal primo cittadino, esponente di Forza Italia, dopo il blocco della costruzione della moschea, e l'annuncio di non voler saldare il conto dell'obitorio di Milano per la salma di Anis Amri, il terrorista della strage di Berlino.
Soddisfatto anche l’assessore alla Sicurezza, Claudio D’Amico, che aggiunge: "Era necessario agire in maniera chiara e puntuale verso tre fenomeni, quelli del commercio abusivo, dell’accattonaggio e dei bivacchi, che per quanto ci riguarda riteniamo inaccettabili e irrispettosi verso i cittadini di Sesto San Giovanni. Questo provvedimento rafforzerà in modo sostanziale la nostra capacità d'azione sulle situazioni di degrado, da noi comunque già affrontate con numerosi interventi fin dal giorno del nostro insediamento".
Il "daspo urbano" nasce dal decreto sulla sicurezza urbana del ministro dell’Interno, Marco Minniti, e approvato lo scorso febbraio dal governo. Un provvedimento applicato anche da altri comuni lombardi, oltre a quello di Sesto San Giovanni. A Gallarate, in provincia di Varese, il sindaco leghista Andrea Cassani ha firmato, dopo soli tre giorni dall'approvazione del decreto Minniti, un'ordinanza che permette non solo di sanzionare, ma anche di allontanare dal territorio cittadino "chi bivacca, chi beve in pubblico e chi imbratta." Di poche settimane fa è invece il daspo contro il degrado scattato a Lecco, dove il sindaco, Virginio Brivio, è un esponente del Partito Democratico. Mentre a giugno il sindaco Sala aveva fatto scattare il daspo anche a Milano, ma solo per i venditori abusivi che affollano le sponde di Darsena e Navigli.