A “Quarto Grado” si legge la lettera che il marito della donna, condannato per la morte di Elena, ha inviato al proprio difensore
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“Chissà quando mi permetteranno di portare un fiore sulla tomba della mia amata Elena”: scrive così Michele Buoninconti condannato per l’omicidio della moglie, Elena Ceste.
A “Quarto Grado” si leggono le parole inviate dall’uomo dal carcere di Saluzzo, in provincia di Cuneo, dove è rinchiuso al suo avvocato Enrico Scolari: “Ancora non riesco ad accettare ciò che è accaduto: perché a lei? Non poteva restare ancora un po’ con i suoi figli che tanto amava? Col dolore nel cuore ti scrivo queste cose: perché? Perché? Perché?”
Buoninconti sembra voler riaffermare ancora una volta la propria estraneità alla morte della moglie e scrive: “Chissà quando finirà questa sofferenza alla quale si aggiunge la disperazione di non essere creduto”.
Elena Ceste scomparve dalla sua casa di Costigliole dʼAsti il 24 gennaio 2014: il suo cadavere fu ritrovato in un canale di scolo solo mesi dopo, il 18 ottobre. La Cassazione ha reputato colpevole per l’omicidio Buoninconti con una condanna a 30 anni.