Andrea Sempio era stato già al centro delle indagini ma la sua posizione era stata archiviata. I legali di Stasi hanno fatto analizzare i reperti con un sistema moderno e hanno identificato il Dna dell'indagato. Sempio sarà sottoposto coattivamente a un nuovo esame genetico. La madre di Chiara Poggi: "Si riapre calvario"
Colpo di scena nel caso della morte di Chiara Poggi: c'è infatti un nuovo indagato per il delitto di Garlasco (le tappe della vicenda). A diciotto anni dall'omicidio, che ha visto la condanna di Alberto Stasi, secondo quanto riferito dal Tg1, un avviso di garanzia è stato notificato ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. L'uomo era già stato indagato, ma le accuse nei suoi confronti erano state archiviate. Sempio, 37 anni, sarà sottoposto coattivamente all'esame del Dna. L'avvocato difensore, Massimo Lovati, ha respinto ogni accusa affermando: "Il mio assistito è allibito e sconvolto". La mamma di Chiara, Rita Poggi, ha commentato: "Lo abbiamo appreso dalla Tv, per noi sì, si riapre un calvario".
Il sospettato, all'epoca dei fatti 19enne, era già stato al centro di indagini, tra il 2016 e il 2017, sollecitate da parte dei legali di Stasi sul Dna ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi. Le accuse nei suoi confronti erano però state archiviate dall'allora procura di Pavia guidata all'epoca da Mario Venditti.
"Non regge il colpo. E' distrutto e ha chiesto addirittura le ferie dal lavoro". Lo ha riferito l'avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio. Sempio, su disposizione del gip pavese, è stato convocato dopodomani per il prelievo del Dna, operazione necessaria per dare riscontro a due recenti consulenze, una della difesa di Stasi e una dei pm, secondo le quali le tracce genetiche trovate sotto le unghie della 26enne uccisa 18 anni fa sarebbero riconducibili all'amico del fratello. Il quale, come ha affermato il legale, dice di essere innocente.
Il nuovo avviso di garanzia nei confronti di Sempio arriva grazie a una nuova indagine sul Dna sviluppata con metodi e tecniche di ultima generazione. Nell'avviso di garanzia l'accusa contestata, si legge nelle carte in possesso del Tg1, è omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi.
Una consulenza disposta nei mesi scorsi dalla Procura di Pavia avrebbe confermato che sotto le unghie di Chiara Poggi, in più punti, erano presenti tracce di Dna riconducibile ad Andrea Sempio, l'amico del fratello della 26enne uccisa nell'agosto 2007 a Garlasco (Pavia). E' quanto riferiscono all'agenzia Ansa fonti vicine alle indagini. A dare il via ai nuovi accertamenti è stata l'avvocato Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi, che ha affidato a un laboratorio di genetica di fama internazionale, con sede all'estero, il compito di analizzare nuovamente i reperti biologici, i quali hanno dato esito positivo. Esito che avrebbe trovato riscontro anche nella consulenza della procura.
Il 37enne dovrà presentarsi giovedì nella sede della scientifica dei carabinieri di Milano per essere sottoposto all'esame salivare e al tampone per le verifiche del Dna e compararlo con quello rinvenuto durante l'autopsia di Chiara Poggi. Gli esami sono stati disposti dal gip di Pavia in modo coattivo dopo che la scorsa settimana l'uomo ha ricevuto l'informazione di garanzia con cui è stato invitato a sottoporsi ai prelievi per gli accertamenti sul Dna. Verifiche a cui Sempio ha negato l'assenso. E' quanto viene riferito dal suo difensore, l'avvocato Massimo Lovati.
"Non abbiamo nulla da dire. Lo abbiamo saputo dal Tg... e non abbiamo nulla da dire". È calma e cortese, ma sofferta, la voce di Rita Poggi, la madre di Chiara Poggi, raggiunta telefonicamente dai giornalisti per un commento sui nuovi sviluppi investigativi sull'omicidio della figlia. Alla domanda se l'accaduto riapra un calvario per la famiglia, la signora Poggi si è limitata a dire: "Immagini lei".
"La nuova indagine aperta sull'omicidio di Chiara non porterà a nulla. Andrea Sempio era stato già indagato e prosciolto anni addietro. Anche se hanno prelevato il suo Dna non ci sarebbe il materiale genetico con cui compararlo perché è stato tutto utilizzato durante le prime indagini". È quanto sostiene l'ingegnere informatico forense Paolo Reale, cugino di Chiara Poggi.