Sotto le unghie di Chiara Poggi, oltre a quello di Andrea Sempio, è stato trovato anche un secondo profilo genetico
Non c'è soltanto Andrea Sempio nel mirino della Procura di Pavia e dei carabinieri del nucleo investigativo di Milano, incaricati delle indagini sul delitto di Garlasco. Sotto le unghie di Chiara Poggi, infatti, è stato trovato anche un secondo profilo genetico, "Ignoto 2". Per identificarlo, è molto probabile che gli inquirenti decidano di prelevare ulteriori campioni di Dna. L'inchiesta, per cui il fidanzato della vittima, Alberto Stasi, è stato condannato definitivamente a 16 anni di carcere nel 2015, riparte dunque dalle tracce biologiche. Secondo i pm, il Dna di Sempio, amico del fratello di Chiara, non può essere finito sulle dita della vittima tramite contatto mediato da un oggetto, come la tastiera del pc di famiglia (anche perché il computer dei Poggi risultava spento da tre giorni prima dell'omicidio) ma dunque per contatto diretto. E si suppone che lo stesso possa essere accaduto per "Ignoto 2".
Per cercare ulteriori tracce biologiche proseguirà la caccia ai reperti, in gran parte distrutti o introvabili, come pigiama, tappetino del bagno o la tastiera del pc, per possibili altre comparazioni biologiche anche col Dna di Sempio, mentre qualche oggetto che stava nella villetta sta spuntando fuori dalle varie sedi investigative o giudiziarie. L'uomo era già finito al centro delle indagini nel 2017 e nel 2020 per quella presenza di Dna sulle unghie di Chiara ma in entrambi i casi la sua posizione era stata archiviata.
A breve, comunque, si darà il via agli esami genetici, con la Procura che dovrebbe rimettere in campo Carlo Previderè, l'esperto del caso Yara, che ha già firmato una prima consulenza, dopo quella della difesa Stasi coi legali Giada Bocellari e Antonio De Rensis, sulla leggibilità delle tracce trovate su Chiara, concludendo che "uno dei cinque aplotipi repertati, e precisamente quello relativo ad Andrea Sempio, risultava compatibile con quelli ottenuti dai margini ungueali della vittima". Ha già fatto sapere, intanto, che dovrebbe affiancare i difensori di Andrea Sempio, Massimo Lovati e Angela Taccia, l'ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano. "Le tracce di dna trovate sotto le unghie della povera Chiara non erano idonee per una identificazione personale", è stato il suo netto commento.
Oltre alle tracce biologiche, un'altra consulenza sarà disposta sull'ormai nota impronta di scarpe individuata sul luogo del delitto, così come ci saranno analisi su tutte le tracce comparabili e saranno rivalutate le impronte digitali repertate. In una relazione tecnica, firmata dal consulente Oscar Ghizzoni nel 2020, per conto dell'allora legale di Stasi, Laura Panciroli, si diceva che sul dispenser del sapone in bagno, oltre alle due impronte attribuite con certezza a lui, ci sarebbe stato anche un "frammento papillare" denso "di informazione dattiloscopica" ma mai "utilizzato per un successivo confronto".
Il legale dei Poggi, l'avvocato Gian Luigi Tizzoni, dovrebbe depositare la nomina come parte offesa della famiglia, che si è sempre affidata allo storico consulente Marzio Capra. La posizione dei genitori e del fratello di Chiara, Marco è ben riassunta dalle parole del legale: "Dopo la sentenza passata in giudicato, della vicenda se ne sono occupati una quarantina di magistrati, tutti sostenendo la piena responsabilità di Stasi". Il fratello di Chiara è stato già ascoltato la settimana scorsa, ribadendo la sua amicizia con Sempio, mentre nei prossimi giorni sarà la volta dei genitori della vittima e di altri familiari.