Carlo Previderé, il genetista che si era occupato dell'omicidio di Brembate: il materiale genetico sotto le unghie è leggibile e non appartiene a Stasi. Distrutti i reperti sul caso che erano conservati al Tribunale di Pavia: anche il pigiama indossato da Chiara quando fu uccisa è stato smaltito
La traccia di Dna ricavato dal materiale biologico intorno alle unghie di Chiara Poggi "appartiene certamente ad Andrea Sempio". Ne è convinto Carlo Previderé, il genetista dell'Università di Pavia che analizzò il Dna di Ignoto 1 nel caso di Yara Gambirasio, al quale si sono rivolti i pm diretti da Fabio Napoleone per poi arrivare a riaprire le indagini sul delitto di Garlasco. Mentre si lavora a una nuova pista nell'omicidio di Chiara, si apprende però che i reperti sul caso al Tribunale di Pavia sono andati distrutti.
Si tratta di quelli che erano presenti all'ufficio corpi di reato del Tribunale di Pavia e che riguardavano come l'omicidio, come ad esempio il pigiama indossato da Chiara quando è stata uccisa. Quei reperti sono stati smaltiti nel 2022 e sono dunque andati distrutti, come avviene spesso in questi casi con sentenze definitive e dopo tanti anni, anche per questioni logistiche, di spazi. La notizia si è appresa proprio in relazione alle riceche chee gli investigatori stanno portando avanti in questi giorni per raccogliere, in altre sedi sia giudiziarie sia investigative, più materiale possibile nelle nuove indagini a carico di Andrea Sempio.
Queste analisi escludono che il Dna appartenga ad Alberto Stasi, l'allora fidanzato di Chiara, condannato a 16 anni. Secondo la super consulenza chiesta dalla procura di Pavia, come riportano il Corriere della Sera e La Stampa, "le tracce di Dna maschile repertate nelle unghie della vittima sono utilizzabili per la comparazione genetica". Carlo Previderè è inoltre convinto che "uno dei cinque aplotipi repertati, e precisamente quello relativo ad Andrea Sempio, risultava compatibile con quelli ottenuti dai margini ungueali della vittima".
Previderè ha così smentito l'unica perizia sul materiale genetico condotta da Francesco De Stefano prima della condanna di Stasi secondo cui il materiale genetico a disposizione era "illegibile" in quanto troppo "degradato".
Si sono riaperte invece le indagini sul 37enne Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. Il 13 marzo si è presentato in caserma a Milano per il prelievo del Dna dicendo di essere "molto tranquillo". Il suo avvocato ha invece definito tutto "una macchinazione". Secondo il legale Sempio "non si è sottoposto volontariamente al test perché volevamo un'ordinanza del gip, una persona terza".
La comparazione del Dna di Andrea Sempio dovrà essere effettuata non solo con "il profilo genetico estratto dal materiale biologico rinvenuto sotto le unghie della vittima", ma anche con "le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine". Lo si legge nell'ordinanza con cui la scorsa settimana il gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, ha disposto la convocazione di Sempio per il prelievo coattivo della saliva e dei capelli.
L'avvocato ha parlato anche dello stato d'animo di Sempio, dicendo che "è sconvolto, non tanto per sé stesso, perché dice che lui questa cosa comunque può affrontarla, può difendersi perché non ha fatto nulla, ma ciò che lo terrorizza di più e lo distrugge sono le conseguenze sui suoi genitori, sulla famiglia Poggi, che vive ancora un calvario, e su Marco Poggi". Marco, il fratello di Chiara, secondo il legale "chiama quotidianamente Andrea, ed è distrutto per l'amico". Lo ha riferito Angela Taccia, che assiste con il legale Massimo Lovati il 37enne indagato nella riapertura dell'inchiesta.
Tra i reperti da analizzare a 18 anni di distanza ci sono anche i mozziconi di sigaretta trovati in un posacenere della villetta di Garlasco in cui avvenne l'omicidio, il 13 agosto del 2007. Chiara non fumava ma nessuno analizzò mai quelle cicche che pure erano state fotografate dalla Rilievi.
C'è poi da chiarire quello che è sempre stato l'alibi di Sempio: lo scontrino di un parcheggio a Vigevano dove sarebbe andato la mattina del delitto per andare in una libreria. Nell'ottobre del 2008, un anno dopo il delitto, Sempio tirò fuori questo scontrino davanti ai carabinieri, quando venne ascoltato con gli alti amici di Marco Poggi, dicendo: "Faccio presente che ho conservato lo scontrino del parcheggio che vi consegno". Facendo sorgere il dubbio: perché a distanza di un anno una persona mai sospettata avrebbe dovuto conservare lo scontrino di un parcheggio?
La madre di Sempio, che inizialmente confermò il viaggio a Vigevano senza mai parlare dello scontrino, parlò di questo ticket solo nel 2017, quando venne aperta un'inchiesta sul figlio: "Lo scontrino è stato ritrovato da mio marito sulla macchina. Ho avuto io l'idea di tenerlo perché essendo successo un fatto così grave ho immaginato che avrebbero sentito gli amici di Marco Poggi per sentire cosa avessero fatto quel giorno", disse.
E infine restano da chiarire le telefonate fatte da Sempio a Casa Poggi la mattina del delitto. Lui ha sempre detto che con quelle chiamate stesse cercando Marco, il quale però si trovava in Trentino. "Evidentemente non lo sapeva", ha detto il suo legale.
Rita e Giuseppe Poggi parteciperanno come parte offesa ad ogni fase della nuova indagine della Procura di Pavia. Il legale dei Poggi, avvocato Gian Luigi Tizzoni già lunedì dovrebbe depositare la sua nomina in procura a Pavia. E questo, si ipotizza, anche in vista della comparazione del Dna di Sempio con le tracce repertate sotto le unghie di Chiara e sulla scena del crimine che quindi dovrebbe avvenire con la formula dell'accertamento irripetibile.