Il caso riaperto

Delitto Garlasco, il super consulente del caso Yara: "Il Dna su Chiara è di Sempio" | Legale: "Marco Poggi distrutto per il suo amico"

La consulenza di Carlo Previderé, il genetista che si era occupato dell'omicidio di Brembate: il materiale genetico sotto le unghie della vittima è leggibile e non appartiene a Stasi. L'avvocato del 37enne: "Il fratello di Chiara lo chiama tutti i giorni"

14 Mar 2025 - 12:23
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La traccia di Dna ricavato dal materiale biologico intorno alle unghie di Chiara Poggi "appartiene certamente ad Andrea Sempio". Ne è convinto Carlo Previderé, il genetista dell'Università di Pavia che analizzò il Dna di Ignoto 1 nel caso di Yara Gambirasio, al quale si sono rivolti i pm diretti da Fabio Napoleone per poi arrivare a riaprire le indagini sul delitto di Garlasco

Il Dna non appartiene a Stasi

 Queste analisi escludono che il Dna appartenga ad Alberto Stasi, l'allora fidanzato di Chiara, condannato a 16 anni. Secondo la super consulenza chiesta dalla procura di Pavia, come riportano il Corriere della Sera e La Stampa, "le tracce di Dna maschile repertate nelle unghie della vittima sono utilizzabili per la comparazione genetica". Carlo Previderè è inoltre convinto che "uno dei cinque aplotipi repertati, e precisamente quello relativo ad Andrea Sempio, risultava compatibile con quelli ottenuti dai margini ungueali della vittima". 

Il materiale genetico non è illeggibile

 Previderè ha così smentito l'unica perizia sul materiale genetico condotta da Francesco De Stefano prima della condanna di Stasi secondo cui il materiale genetico a disposizione era "illegibile" in quanto troppo "degradato".

Sempio e il prelievo del Dna

 Si sono riaperte invece le indagini sul 37enne Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. Il 13 marzo si è presentato in caserma a Milano per il prelievo del Dna dicendo di essere "molto tranquillo". Il suo avvocato ha invece definito tutto "una macchinazione". Secondo il legale Sempio "non si è sottoposto volontariamente al test perché volevamo un'ordinanza del gip, una persona terza". 

Il legale di Sempio: "Marco Poggi è distrutto per il suo amico"

 L'avvocato ha parlato anche dello stato d'animo di Sempio, dicendo che "è sconvolto, non tanto per sé stesso, perché dice che lui questa cosa comunque può affrontarla, può difendersi perché non ha fatto nulla, ma ciò che lo terrorizza di più e lo distrugge sono le conseguenze sui suoi genitori, sulla famiglia Poggi, che vive ancora un calvario, e su Marco Poggi". Marco, il fratello di Chiara, secondo il legale "chiama quotidianamente Andrea, ed è distrutto per l'amico". Lo ha riferito Angela Taccia, che assiste con il legale Massimo Lovati il 37enne indagato nella riapertura dell'inchiesta.

I mozziconi di sigaretta

 Tra i reperti da analizzare a 18 anni di distanza ci sono anche i mozziconi di sigaretta trovati in un posacenere della villetta di Garlasco in cui avvenne l'omicidio, il 13 agosto del 2007. Chiara non fumava ma nessuno analizzò mai quelle cicche che pure erano state fotografate dalla Rilievi.

Il dubbio dello scontrino

 C'è poi da chiarire quello che è sempre stato l'alibi di Sempio: lo scontrino di un parcheggio a Vigevano dove sarebbe andato la mattina del delitto per andare in una libreria. Nell'ottobre del 2008, un anno dopo il delitto, Sempio tirò fuori questo scontrino davanti ai carabinieri, quando venne ascoltato con gli alti amici di Marco Poggi, dicendo: "Faccio presente che ho conservato lo scontrino del parcheggio che vi consegno". Facendo sorgere il dubbio: perché a distanza di un anno una persona mai sospettata avrebbe dovuto conservare lo scontrino di un parcheggio?.

La versione della madre

 La madre di Sempio, che inizialmente confermò il viaggio a Vigevano senza mai parlare dello scontrino, parlò di questo ticket solo nel 2017, quando venne aperta un'inchiesta sul figlio: "Lo scontrino è stato ritrovato da mio marito sulla macchina. Ho avuto io l'idea di tenerlo perché essendo successo un fatto così grave ho immaginato che avrebbero sentito gli amici di Marco Poggi per sentire cosa avessero fatto quel giorno", disse. 

Le telefonate a casa Poggi

 E infine restano da chiarire le telefonate fatte da Sempio a Casa Poggi la mattina del delitto. Lui ha sempre detto che con quelle chiamate stesse cercando Marco, il quale però si trovava in Trentino. "Evidentemente non lo sapeva", ha detto il suo legale. 

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