Fotogallery - Il sopralluogo nella casa di Giulia Tramontano
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Gli inquirenti: sul suo cellulare l'uomo aveva cercato "veleno per topi incinta" e "veleno per topi in gravidanza". La difesa: "Approfondire la sua condizione psicologica"
Al processo per l'omicidio di Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello non ha alzato lo sguardo quando sono state mostrate le immagini del corpo bruciato della compagna, uccisa con 37 coltellate il 27 maggio 2023 a Senago, in provincia di Milano. Nel corso dell'udienza sono state ascoltate le testimonianze dei carabinieri che hanno indagato sull'omicidio.
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Il 5 febbraio dell'anno scorso, mentre era all'aeroporto di Malpensa ad aspettare Giulia che rientrava da Napoli, Alessandro Impagnatiello sul suo smartphone faceva ricerche sul "cloroformio", qualche giorno dopo acquistato via internet sotto falso nome e poi ritrovato in cantina. Il particolare è emerso durante la deposizione di un maresciallo dei carabinieri sentito al processo.
L'investigatore, nella sua ricostruzione, ha spiegato che l'uomo, tra dicembre 2022 e gennaio e maggio 2023, come risulta dall'analisi del suo telefono, aveva cercato "veleno per topi incinta", "veleno per topi in gravidanza" e "veleno per topi uomo". Il teste ha spiegato, definendola "fondamentale", la ricerca del 7 gennaio dell'anno scorso: "Ha visualizzato una pagina che riguardava quanto veleno per topi era necessario per uccidere una persona".
L'avvocato Samanta Barbaglia, difensore di Impagnatiello, alla fine dell'udienza del processo ha detto: "La valutazione delle sue condizioni psicologiche è un aspetto importante e sarà oggetti di approfondimento. Noi della difesa abbiamo le nostre modalità per approfondirlo, però è un tema centrale anche quello". Il 30enne, che ha assistito alla testimonianza degli investigatori e poi anche a quella di due vicini e dell'addetto alle pulizie, "era molto provato", ha aggiunto la collega Giulia Geradini. "Forse quella di oggi era veramente l'udienza più tosta - ha continuato - perché ripercorrere tutto quello che è accaduto, dopo diversi mesi, è pesante". In aula ha pianto "per tutto il tempo" perché "ripensare a quello che è successo è stato forte". E ancora: il tema del topicida, ha detto l'avvocato, "va ancora approfondito. E sulla possibilità di richiedere una perizia psichiatrica, vedremo passo passo".
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L'esito dell'autopsia su Giulia e Thiago (questo il nome del bambino che la donna aspettava), ha ricordato, ha dato esito positivo al veleno per topi. Veleno di cui sono state trovate e sequestrate due bustine nello zaino dell'imputato.
"Amore nostro, oggi si parlerà di te, di come siete stati strappati alla vita, di come con tutte le tue forze hai cercato la verità, a costo della vostra splendida vita", ha scritto su Instagram la madre di Giulia, Loredana. "Tu sarai sempre per noi la nostra immensamente Giulia e Thiago il nostro angelo. Lotteremo per te fino all'ultimo". "Nulla ci restituirà Giulia - ha pubblicato il padre Franco Tramontano sempre su Instagram -, abbiamo gridato a voce alta, lo faremo ancora affinché sia fatta giustizia per lei e Thiago".