la lettera

Femminicidio Ilaria Sula, Mark Samson ai pm: "Ero stanco di aspettarla" | Si fermò a comprare le sigarette con il cadavere in auto

Il giovane, reo confesso, è attualmente detenuto a Regina Coeli con le accuse di omicidio volontario ed occultamento di cadavere

29 Apr 2025 - 13:31
 © Facebook e Ansa

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In una lettera ai pm di Roma, Mark Samson spiega la sua versione sul femminicidio di Ilaria Sula. "Dalle 22:15 del 25 marzo e fino alla mezzanotte abbiamo parlato della nostra relazione, del fatto che mi dava fastidio e mi ero stancato di aspettare e lei nel frattempo cercava altre persone con cui legare", scrive il 23enne nella missiva, in cui fornisce le fasi precedenti all'accoltellamento della 22enne, avvenuto nell'appartamento in cui Samson viveva con i genitori in via Homs, nel quartiere Africano della Capitale.

Nelle missiva rivela anche un particolare: con il cadavere chiuso in una valigia all'interno dell'auto si è fermato a comprare sigarette e accendino da un tabaccaio. Il giovane, attualmente detenuto a Regina Coeli per le accuse di omicidio volontario ed occultamento di cadavere, scrive che la sera del 25 marzo "si era fatto tardi e quindi Ilaria mi chiese se poteva rimanere a dormire da me".

"Le ho dato un pigiama con cui potesse dormire comoda - aggiunge -. Ci sdraiamo sul mio letto, iniziamo a parlare delle cose belle vissute insieme, le esperienze, i viaggi e i nomignoli che siamo dati. "Amore, tesoro, vita…" per poi passare a quelli albanesi "Shpirt", "Zemra ime" e infine quelli filippini "'Bebe Ko', 'Mahal', 'Asawa'…".

Nello scritto poi il 23enne si sofferma su quanto avvenuto dopo l'accoltellamento, la mattina del 26, e sul suo tentativo di sbarazzarsi del cadavere chiudendolo in una valigia e lanciandolo in un burrone nella zona di Capranica Prenestina. "Ho aperto tutti gli sportelli dell'auto per vedere se il trolley entrava sui sedili al posto del portabagagli ma invano", scrive per poi aggiungere qualche riga dopo di essere tornato nell'abitazione di via Homs per prendere la valigia.

"Porto il trolley fuori dal condominio, era una giornata con un sole splendente, abbagliante. Vedo due ragazze che vengono nella mia direzione, le lascio passare e subito dopo sollevo il trolley senza l'aiuto di nessuno: apro il vano portabagagli e mi fermo un attimo per riprendere le forze". E ancora: "Risollevo la borsa e la sistemo sul lato destro del portabagagli e parto senza una direzione precisa. Verso le 16:30 mi fermo ad un tabaccaio e compro le sigarette e un accendino".

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