A "Quarto Grado"

Delitto Macchi, la supertestimone: "Binda mi disse: non sai cos'ho fatto"

Interrogata durante il processo, Patrizia Bianchi ha riportato alla luce una strana telefonata con l'amico Stefano

08 Lug 2017 - 10:10
 © da-video

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Nel processo sull'omicidio di Lidia Macchi ieri è stato il giorno della supertestimone Patrizia Bianchi, già cruciale nelle indagini sulla morte della studentessa per aver riconosciuto la scrittura di Stefano Binda in una lettera inviata ai genitori della vittima. Durante l'interrogatorio, sono stati svelati però nuovi importanti retroscena, come ha riportato "Quarto Grado" nella puntata andata in onda venerdì 7 luglio. Il giorno dopo il ritrovamento di Lidia a Cittiglio, Patrizia racconta di aver parlato al telefono con Binda e di averlo sentito molto aggressivo e intimorito. "Gli dissi erroneamente che non trovavano l'arma del delitto e lui mi rispose come non aveva mai fatto prima - ha dichiarato la donna di fronte alla corte - ricordo inoltre che dopo qualche giorno mi disse: non sai cosa sono stato capace di fare. In quel momento mi sembrò così assurdo che Stefano potesse aver potuto uccidere Lidia."

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