La vicenda del riconoscimento coinvolge due gemelli, al fine, secondo la procura di Busto Arsizio (Varese), di farli diventare unici eredi del patrimonio familiare e personale della vittima
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Adilma Pereira Carneiro, brasiliana di 49 anni, avrebbe fatto registrare gli ultimi due figlioletti, due gemelli di 8 anni, all'anagrafe con il cognome di Fabio Ravasio lo scorso 8 agosto, cioè il giorno prima dell'omicidio del compagno a Parabiago (Milano), così come sostenuto dalla procura di Busto Arsizio (Varese). Lo scopo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato di farli diventare unici eredi del patrimonio familiare e personale del benestante Ravasio, 52 anni, (circa 3 milioni di euro tra beni mobili ed immobili), a sua volta figlio unico. Tuttavia, mancherebbe un atto di riconoscimento formale dello stesso Ravasio nei confronti di quei bambini.
E anche sulla registrazione all'anagrafe, fatta alla vigilia dell'omicidio di Fabio Ravasio, ci sono forti dubbi, dal momento che i piccoli - due gemelli di 8 anni - risultano nati durante il matrimonio della donna con Marcello Trifone, uno dei sette indagati finiti come lei in carcere con l'accusa di concorso in omicidio. Trifone, secondo il pubblico ministero Ciro Caramore, che coordina le indagini, viaggiava sul sedile passeggero della Open Corsa intestata ad Adilma e guidata dal figlio maggiore di lei, Igor, che travolse e uccise a Parabiago (Milano) Ravasio mentre era in bicicletta.
Non basta: quei bambini potrebbero non essere figli nemmeno di Trifone, sposato nel 2015 e con cui non ha mai divorziato, dal momento che nel 2016 la 49enne si sottopose a inseminazione artificiale. La clinica è stata individuata dagli investigatori, che stanno procedendo ad accertare chi sia il padre biologico dei gemelli, al momento alloggiati a casa di una delle due figlie maggiori che la Pereira Carneiro ha avuto da un precedente compagno in Brasile.