Barbara d'Urso legge in studio le parole dell'uomo in carcere per l'omicidio della ragazza. Intervistato anche il fratello, convinto che non sia un assassino.
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Non c'è pace per Desirée Piovanelli diciassette anni dopo la tragica morte a Leno, nel Bresciano. L'unico degli accusati ad essere stato incarcerato perché maggiorenne all'epoca, Giovanni Erra, ha chiesto la revisione del processo e recentemente ha anche scritto una lettera a Barbara d'Urso. La conduttrice di "Pomeriggio Cinque" legge ad alta voce in studio le parole di Erra, che ribadisce la propria innocenza e di non essere assolutamente un pedofilo. "Mi fanno schifo, a me piacciono le donne mature e non le ragazzine. Sono innocente, io non ero lì quel giorno."
Della sua non colpevolezza è convinto anche il fratello Diego, che intervistato ribadisce di non avere alcun dubbio a riguardo. "Avrei preferito che gli dessero cinquanta, cento anni per droga, spaccio, ma non per una cosa simile. Non è un assassino".