Sulle vittime la procura di Torino ha aperto due inchieste per istigazioni a delinquere. Protesta dei detenuti durante la visita del ministro
Nelle carceri italiane è ormai emergenza, con tre morti in due giorni: dopo le due detenute morte venerdì nel carcere delle Vallette di Torino, un altro si è tolto la vita sabato nell'istituto di pena di Rossano, in Calabria. Il suo è il 44esimo suicidio del 2023 nei penitenziari italiani, il 17esimo solo tra giugno e agosto. Proprio alle Vallette si è recato in visita il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ma i carcerati hanno dato vita a una protesta contro il ministro con fischi e urla: "Libertà, libertà". Nordio ha però spiegato che "la mia visita non è un'ispezione, ma è un atto di vicinanza. Ogni suicidio in carcere ci angoscia. Bisogna garantire l'umanità. Puntiamo a una detenzione differenziata".
Il ministro ha voluto esprimere la sua vicinanza ai carcerati per il dolore delle due donne morte, e in conferenza stampa ha detto che "ogni suicidio in carcere è un fardello che ci angoscia ogni volta. Abbiamo ascoltato tutte le proposte. Cercheremo quella che vorrei chiamare una detenzione differenziata tra i detenuti molto pericolosi e quelli di modestissima pericolosità sociale. C'è una situazione intermedia che può essere risolta con l'utilizzo di molte caserme dismesse e che hanno spazi meno afflittivi". E ha chiarito: "Costruire un carcere nuovo è costosissimo, è impossibile sotto il profilo temporale, ci sono vincoli idrogeologici, architettonici, burocratici. Con cifre molto inferiori possiamo riadattare beni demaniali in mano al ministero della Difesa, compatibili con l'utilizzazione carceraria".
Caserme dismesse per alcune migliaia di detenuti - Proprio l'utilizzo delle caserme dismesse è al centro del dibattito. Carlo Nordio pensa a un trattamento detentivo differenziato da realizzarsi in queste strutture per i condannati con pene brevi da scontare per reati bagatellari che non destano allarme sociale. Stime ufficiali ancora non ce ne sono ma si tratterebbe di alcune migliaia di detenuti. Il progetto partirà dal basso: saranno i singoli provveditorati regionali dell'amministrazione penitenziaria a contattare le articolazioni del demanio e del ministero della Difesa a livello territoriale per una ricognizione delle caserme disponibili, in vista di un piano nazionale.
Il ministro ha poi sottolineato che "lo Stato non ha abbandonato nessuno e non abbandona nessuno". Sul suicidio alle Vallette ha detto che questo atto è legato a "ragioni imperscrutabili, non esiste un mistero più insondabile nella mente umana come quando decide di adottare soluzioni così estreme. In questi casi non c'è sorveglianza che tenga. Anche al processo di Norimberga due persone si sono suicidate nonostante avessero lo spioncino aperto 24 ore su 24".
Dall'interno della struttura penitenziaria, all'arrivo del ministro, è scattata la protesta, con i detenuti che battevano contro le sbarre con gavette e altre stoviglie per contestare Nordio urlando "Libertà, libertà". Ma lo stesso ministro ha poi ricordato che "molto spesso i detenuti quando sono in situazioni di sofferenza danno manifestazioni di disagio".
La visita del ministro non è però piaciuta al sindacato S.PP.: secondo il segretario, Aldi Di Giacomo, quella di Nordio è stata "una passerella inutile, tanto più che invece dei garanti comunale e regionale dei detenuti avrebbe dovuto esserci con lui il magistrato di sorveglianza, l`unico e autentico garante istituzionale della popolazione carceraria che invece è stato delegittimato". Mentre per l'Uspp, altro sindacato di polizia penitenziaria, il problema delle carceri "non è legato solo alla riduzione del sovraffollamento, pur necessaria" ma anche ai tagli al personale e al passaggio della sanità penitenziaria alle Regioni "che di fatto hanno tagliato proprio quei servizi di assistenza psicologica e psichiatrica necessari per assistere la popolazione detenuta con problematiche borderline". E se l'Osapp solleva la questione della carenza di personale anche in caso di caserme a disposizione, il Sappe chiede un tavolo permanente.
Aperte due inchieste - Intanto la procura di Torino ha aperto due inchieste, entrambe per istigazioni a delinquere, sulla morte delle due detenute nel carcere delle Vallette. La scelta di questa ipotesi di reato è "tecnica", cioè necessaria per potere eseguire l'autopsia. Anche per la ragazza di 28 anni morta impiccata il conferimento dell'esame autoptico avverrà lunedì mattina.