La procura contesta a vario titolo i reati di associazione a delinquere, corruzione e falso
Covid, dad e quarantene: tutti i nodi della scuola © Da video
A Bologna sarebbe stato scoperto un "diplomificio". La Guardia di Finanza, su disposizione del gip, ha sequestrato un istituto della città che avrebbe "venduto" diploma di maturità al costo di tremila euro. In pratica gli studenti avrebbero ottenuto la licenza a prescindere dall’esito dell’esame che sarebbe risultato scontato.
Nel presunto diplomificio sequestrato, il Leonardo Da Vinci School, la tassa d'esame richiesta agli studenti era immensamente più alta di quanto previsto per legge (12,09 euro) e pagata in parte in contanti. La procura di Bologna contesta a vario titolo i reati di associazione a delinquere, corruzione e falso a sette indagati, responsabili delle tre scuole ritenute coinvolte nella vicenda.
In particolare, l'istituto di Bologna in questione è specializzato nel recupero di anni scolastici. Nella truffa sarebbero state coinvolte anche due scuole paritarie, a Fermo (Marche) e a Portici (Campania). Dalla scuola bolognese, secondo gli inquirenti, gli studenti sarebbero stati indirizzati in queste due paritarie, dove sarebbe stato garantito un diploma o il superamento di un esame di idoneità a prescindere dall'effettiva preparazione degli allievi. In cambio avrebbero solo dovuto versare alle scuole una parte della quota pagata dagli iscritti alla struttura bolognese.
L'operazione del primo nucleo operativo metropolitano delle Fiamme Gialle di Bologna ha portato a diverse perquisizioni, oltre al sequestro di conti correnti e anche dell'immobile a Bologna, dove si svolgevano i corsi di recupero. Secondo quanto spiegato dai finanzieri, l'istituto Leonardo Da Vinci School ha avuto grande successo tra i giovani che volevano recuperare anni scolastici persi. Grazie alla fama guadagnata per i tanti esami andati a buon fine, avrebbe aumentato i propri ricavi del 600% in soli cinque anni.
Le licenze assicurate avrebbe dato grandi guadagni anche alla scuola campana di Portici, in provincia di Napoli, alla quale dal 2017 al 2023 sarebbero stati versati circa 214mila euro. Alla paritaria di Fermo sarebbero andati invece quasi 60mila euro. L'indagine sarebbe partita da un esposto in cui si segnalavano situazioni anomale e poca serietà nello svolgimento delle lezioni e degli esami. Tra le altre cose, per esempio, gli alunni venivano segnati come presenti anche quando non lo erano. Al momento dell'iscrizione, gli studenti sarebbero stati anche ignari del fatto che per sostenere l'esame di maturità sarebbero dovuti andare in un'altra regione.
L'operazione è stata commentata dal ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, che su X ha scritto: "Prosegue l'impegno del governo contro i diplomifici". Si tratta infatti di uno dei primi risultati dell'accordo firmato lo scorso febbraio, tra il ministero dell'Istruzione e le Fiamme Gialle per il contrasto ai cosiddetti diplomifici.