A "Mattino 4" la testimonianza di Eleonora
© Da video
"Mattino 4" torna a occuparsi del caso di Simonetta Kalfus, la 62enne morta a Roma in seguito a complicazioni avvenute dopo una liposuzione. Il programma di Rete 4 raccoglie la testimonianza di Eleonora, una ragazza che è stata operata dallo stesso medico di Simonetta. La donna si era recata dal dottore per togliere un lipoma e confessa di aver vissuto un'esperienza molto negativa.
"Sono andata da questo medico l'anno scorso perché dovevo togliere un lipoma che avevo sulla schiena. Contestualmente dovevo togliere un piccolo neo che avevo sotto il seno", racconta Eleonora a "Mattino 4". E prosegue: "Dopo una prima visita che io ho fatto in uno studio da lui in centro a Roma. Ho preso poi appuntamento per lo studio a Cinecittà dove poi sono stata operata. Inizialmente, quando ho subito il primo intervento il chirurgo mi aveva asportato questo lipoma cercando di poterlo aspirare per mettermi meno punti possibili. Dovevo fare un'anestesia locale, ma mi hanno fatto un'anestesia totale perché ero troppo agitata. Tanto è vero che quando mi sono svegliata mi avevano già tolto sia il lipoma sia il neo".
Eleonora spiega che l'intervento, secondo quanto le era stato detto, sarebbe dovuto andare diversamente e soprattutto non si aspettava un'anestesia totale, che le ha comportato anche alcuni fastidi. "Sono stata male, ho avuto forti nausee, ho dato di stomaco più volte e non riuscivo a stare in piedi. Mi hanno spostata su un lettino accanto alla sala operatoria per circa un'ora. Adiacente alla sala operatoria c'è una stanza con una scrivania dove gli assistenti mangiano, mi hanno offerto anche della Coca Cola per riprendermi", racconta la ragazza. Nei giorni successivi, le sue condizioni di salute peggiorano. "Circa 3 o 4 giorni dopo mi è venuta la febbre a 39. Ho contattato il chirurgo e lui mi ha prescritto nuovamente l'antibiotico che mi era stato prescritto solo per 3 giorni. Sono stata meglio, ma il problema è stato dopo", spiega Eleonora. E aggiunge: "Questo lipoma non si era assorbito come avrebbe dovuto e ho contattato il chirurgo che mi ha visitata e mi ha iniettato un farmaco astringente per i tessuti in modo che questa capsula potesse assorbirsi. Dopo circa un mese la capsula non si è ristretta e quindi l'ho contattato di nuovo e abbiamo fissato un nuovo intervento". In questo caso Eleonora viene operata con anestesia locale, ma i problemi sembrano non finire. "Dopo circa tre settimane due di questi punti si sono aperti e dalla ferita ha iniziato a uscire del pus. Lo richiamo, gli mando delle foto e mi ha detto che avrei dovuto mettere un cerotto. Sono tornata da lui, mi ha messo una garza imbevuta che avrebbe dovuto chiudere la ferita. Alla fine, grazie anche a delle creme cicatrizzanti, si è chiusa, ma è rimasto comunque un segno. Ha detto che mi avrebbe ricontattata, ma è sparito", conclude Eleonora.