Ma "non chiamateci razzisti" spiegano i genitori che prediligono una scuola "senza zaino", più partecipata e innovativa. Insegnanti, presidi e sindaco sono "preoccupati"
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A Dronero, comune di 7.046 abitanti di cui 1.241 stranieri, in provincia di Cuneo, la notizia delle scuole elementari frequentate in maggioranza da figli di immigrati è diventata un caso. A tal punto da finire al centro di un consiglio d'istituto e sul tavolo del sindaco Mauro Astesano. Gli insegnanti si dicono preoccupati, poiché in questo modo si svilupperebbe la scuola della divisione, non più dell'inclusione. I genitori italiani sottolineano che "non si tratta di razzismo", ma di una scelta legata al tipo di scuola, la cosiddetta scuola "senza zaino", più innovativa e partecipata. E chi ha i nonni e un mezzo di trasporto fa quella scelta, chi non può rimane nelle scuole del comune. Anche se poi alle medie si ritroveranno tutti nello stesso complesso.
Alla scuola primaria "Oltremaria" di Dronero, come scrive la Stampa, la scuola è composta per l'80% da bambini di origine straniera. A Villar San Costanzo su tre classi gli studenti sono tutti bimbi italiani. L'insegnante Simone Demaria si è detto preoccupato: "La separazione dei ragazzini di origini straniere dai compagni italiani è totalmente insensata. Non ci sono motivi comprensibili legati all'apprendimento, o al cosiddetto gap linguistico".
"I dati raccontano un fenomeno italiano - spiega la preside Vilma Margherita Bertola -. Abbiamo avviato un tavolo di confronto, chiedendo aiuto anche al professor Marco Braghero dell'Università di Pisa, specializzato in percorsi educativi di comunità e risoluzione dei conflitti. Ma i dati semplificano le interpretazioni della realtà". Per la preside, non si tratta solamente di "paura dello straniero": "i veri motivi sono altri".
I genitori affermano che "semplicemente cerchiamo una scuola dove i nostri figli siano più seguiti, e dove tutti vadano avanti insieme". Il sindaco Astesano cerca soluzioni. Di certo "non si possono mettere paletti alle scelte dei genitori. Io i paletti li considero sempre negativi". "Però penso che si potrebbe operare di più sul coordinamento fra i plessi scolastici - osserva -. Potremmo investire nel trasporto, in un servizio di bus fra le scuole, in modo che ci sia maggiore compresenza. Certo: è un costo. Ma può essere un investimento sensato. Perché deve essere chiara una cosa: se per incanto domani i quasi 1.300 stranieri che abitano qui sparissero, chiuderebbero le scuole, i negozi, le fabbriche e la frutta resterebbe sugli alberi. Dronero si impoverirebbe. E di molto".