Ispirò stilisti e mode con i suoi scatti dall’Africa nera
di Enrico Fedocci© ansa
Daniele Tamagni è morto a Milano, dopo quattro anni di malattia. Il fotografo 43enne lascia un figlio di 8 anni, Gabriel, di cui era innamorato. “È un bambino molto amato...” confidava agli amici più stretti nell’ultimo periodo, preoccupato di lasciare il piccolo senza un padre. Tamagni è stato uno dei pochi italiani a vincere nel 2011 il World Press Photo Award, uno dei premi di fotografia più importanti al mondo. Ha immortalato con la sua macchina i colori del Congo, dei dandy africani di Brazzaville, dei Sapeurs che, con i loro vestiti eccentrici e le stravaganze, hanno poi ispirato – proprio grazie alle sue foto - registi e stilisti di moda, primo fra tutti Paul Smith, cantanti come Solange, sorella di Beyonce, di cui era amico. Fotografò, e più volte ritrasse, il rapper britannico di origini nigeriane Tinie Tempah.
Autore di numerosi libri fotografici, Fashion Tribes, Global Street Style, Gentlemen of Bacongo, Tamagni ha girato tutto il mondo, passando dalla Bolivia, dove ha fotografato le donne wrestler, all’Africa dove ha bazzicato le periferie della capitale congolese, traendo ispirazione dalle “persone creatrici di atmosfera ed eleganti”. Dell’Africa amava ogni sua espressione: celebri gli scatti eseguiti durante la Dakar Fashion Week. L’ultima mostra a Roma, alla Galleria del Cembalo di Palazzo Borghese nel luglio scorso. Una personale curata direttamente da Tamagni, nonostante il progredire della malattia. A rendergli omaggio tutto il bel mondo della Capitale e numerosi critici fotografici che ne hanno celebrato il genio in questi anni di attività. “Le mie foto sono un inno alla vita”, era solito dire il fotografo descrivendo agli ospiti delle sue mostre. La sua morte è una perdita assoluta per il mondo dell’arte e della cultura.