"Passo importante", commenta Pietro Orlandi. E sul Vaticano dice: "Continua una presa in giro che dura da 40 anni"
A 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, l'Aula della Camera ha approvato all'unanimità, con 245 voti, l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sulla sparizione delle due ragazze. Quella di oggi è "una giornata molto positiva ed è stato fatto un passo importante", commenta il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, che da sempre si batte per far luce su una storia che "non riguarda solo la scomparsa di una ragazzina ma tutto quello che è successo in questi 40 anni. Ci sono situazioni poco chiare che vanno chiarite. Oggi sono contento, ora la palla passa al Senato, mi auguro che per aprile la commissione possa essere costituita", continua sottolineando una ritrovata fiducia nei confronti dello Stato. Sentimento opposto, quello che Pietro invece prova nei confronti del Vaticano che pochi mesi fa aveva riaperto il caso di Emanuela. "Continua una presa in giro che dura da 40 anni", aggiunge.
La sparizione delle due giovani - Le giovani sono sparite nel nulla nel 1983 a distanza di 46 giorni. Emanuela e Mirella non si conoscevano ma, nonostante questo, le storie della loro scomparsa hanno svariati punti di contatto. Ad avvalorare l'ipotesi di una correlazione fu anche una telefonata ricevuta dalla famiglia Gregori in cui un uomo straniero - soprannominato poi "l'Amerikano" - affermò di poter fornire notizie su Mirella in cambio dell'intercessione con l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini affinché liberasse Ali Agca, l'attentatore di Papa Wojtyla. Lo stesso "Amerikano" poi, chiamò la famiglia Orlandi: anche in quel caso, promise il rilascio di Emanuela in cambio della liberazione del terrorista turco.
Le piste investigative - Diverse sono state le piste investigative seguite in quegli anni. Si è parlato di un regolamento di conti nei confronti della gestione illegale dei fondi dello Ior da parte di monsignor Marcinkus che in quegli anni si trovava al centro di uno dissesto finanziario. Si è poi ipotizzato il coinvolgimento di esponenti della banda della Magliana, di monsignor Pietro Vergari e del fotografo romano Marco Accetti. Tutto finì in un nulla di fatto.
Il fratello di Orlandi: "Continua la presa in giro del Vaticano" - "Se apri un'inchiesta vuole dire che hai deciso di arrivare alla verità. Alessandro Diddi (il promotore di giustizia dello Stato Vaticano, ndr) ancora non ci ha risposto, avrebbero dovuto chiamarci, invece ancora niente. Mi auguro che stiano facendo qualcosa. Sarebbe stato bello iniziare una collaborazione, potevamo aiutarli a capire da dove poter partire. Io sono convinto che sanno come sono andate le cose. Così come lo sapevano Ratzinger, Wojtyla e - conclude - lo sa Francesco".
La sorella di Gregoli: "Dopo 40 anni questa è finalmente una bella giornata" - Gioia per l'ok della Camera alla Commissione d'inchiesta anche da parte della sorella di Mirella Gregori. "Dopo 40 anni questa è finalmente una bella giornata", dice Maria Antonietta Gregori sottolineando come "finalmente si parla di mia sorella dopo che per 40 anni è stata sempre solo un'appendice di Emanuela e spero che con questa commissione si scindano i casi perché, anche se hanno degli elementi in comune, magari la verità sulla fine delle due ragazze potrebbe essere diversa". Gregori ribadisce la sua convizione che "ci sono state delle lacune" perché "all'inizio mia sorella non è stata proprio cercata.