L'iniziativa del sindaco

A Bologna una via per Marcella di Folco, prima strada in Italia dedicata a una trans

L'attrice, attivista, politica e fondatrice del Movimento identità delle persone transessuali e transgender è morta 10 anni fa. Il sindaco Merola: "Città all'avanguardia nella storia dei diritti"

07 Set 2020 - 08:37
 © Ansa

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Bologna sarà la prima città italiana ad avere un via intitolata a una persona trans: Marcella di Folco, fondatrice del Movimento identità delle persone transessuali e transgender, morta 10 anni fa. Ad annunciarlo è il sindaco della capoluogo emiliano, Virginio Merola. Di Folco, che vestì i panni del Principe accolto da Gradisca al Grand Hotel di Rimini nel film "Amarcord" di Federico Fellini, fu anche consigliere comunale a Bologna.

In una lunga lettera all'edizione locale del quotidiano La Repubblica, il primo cittadino di Bologna spiega: "E' sicuramente il momento giusto per procedere con l'intitolazione di una strada della nostra città a Marcella Di Folco. La toponomastica è materia affascinante che permette di dare identità ai luoghi, rispecchiando la storia, in questo caso della nostra città, grazie alle persone che hanno dedicato la loro vita al bene comune".

"Intitolare quindi una via a Marcella sarà un altro modo per confermare quanto la nostra Bologna sia città all'avanguardia nella storia dei diritti - prosegue Merola -. Diritti che sono stati conquistati attraverso l'impegno di persone come Marcella Di Folco".

Attrice, attivista e politica: dai film con Fellini al Consiglio comunale a Bologna, Di Folco è stata la prima persona trans a ricoprire una carica elettiva (nel 1995) e si era candidata con i Verdi. Anche grazie a lei e al Movimento Italiano Transessuali, nel 1982, venne stilata una delle leggi più avanzate per il riconoscimento dell’identità di genere e il cambio di sesso.

"È un pezzo di storia quello che sta per essere scritto. E lo stiamo scrivendo insieme. Bologna sarà la prima città ad avere un'intera via intestata a una persona trans: l'immensa, favolosa e indimenticabile Marcella Di Folco", commenta Cathy La Torre, avvocato e attivista Lgbt, che aveva lanciato l'idea dell'intitolazione. "E' il frutto di una lotta - continua - che va avanti da decenni, è il risultato di un lavoro che protagoniste della storia come Sylvia Rivera (la sola a cui sia stata intitolata un angolo di strada di New York) e Marcella Di Folco hanno realizzato, illuminando il buio e la marginalizzazione in cui troppe persone trans ancora vivono".

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