Aggressione a Salvini: il leghista non comunicò i suoi spostamenti
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La Questura aveva programmato il servizio di tutela insieme alla consigliera Lucia Bergonzoni. Ma Salvini si è presentato a sorpresa sul piazzale dell'Hippobingo dove la sua auto è stata assaltata dagli estremisti
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L'aggressione da parte dei centri sociali a Matteo Salvini poteva essere evitato. Se solo il leader leghista avesse comunicato alle forze dell'ordine i suoi spostamenti, come si era impegnato a fare e come invece, secondo Questura di Bologna e sindacati di polizia, non ha fatto. La Digos, in sostanza, lo aspettava in un posto e lui si è presentato in un altro, trovandosi circondato. E oggi si rischia il bis: Salvini è di nuovo atteso a Bologna.
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Secondo quanto racconta il Corriere della Sera, la Digos aveva preso accordi con Lucia Bergonzoni, consigliere leghista, per avere comunicazione di tutti gli spostamenti del segretario del Carroccio durante la sua visita in Emilia. La Questura aveva così deciso di predisporre un "presidio fisso in servizio di ordine pubblico" davanti all'ingresso del campo rom, e con la Bergonzoni si era deciso di far scortare Salvini da una "staffetta" della polizia una volta che il segretario leghista avesse avvertito di essere arrivato al casello autostradale.
Sabato mattina, non ricevendo aggiornamenti dalla Bergonzoni, alle 11.50 il capo della Digos ha contattato la consigliera, scoprendo che la delegazione leghista era già sul piazzale dell'Hippobingo, e che con un secondo inaspettato cambio di programma la stampa era stata convocata proprio lì. Dove sono arrivati anche gli estremisti che hanno aggredito il segretario del Carroccio.