una decina di giorni prima di morire

Alessandra Matteuzzi, la donna uccisa a Bologna si confidò in chat con un poliziotto: "Il mio ex ha seri problemi"

"È una cosa molto delicata. Si era impossessato di tutti i miei social, ho dovuto cambiare tutte le mail e la password", scriveva la donna

11 Gen 2023 - 18:47
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Una decina di giorni prima di essere uccisa, Alessandra Matteuzzi si confidò in chat con un poliziotto, conosciuto su un'app di incontri, raccontandogli quello che stava vivendo a causa delle persecuzioni dell'ex fidanzato Giovanni Padovani. Avveniva tra il 12 e il 13 agosto 2022: il 23 Padovani avrebbe assassinato Matteuzzi, attendendola sotto casa in via dell'Arcoveggio a Bologna e colpendola a martellate. Venne quindi arrestato per omicidio aggravato dallo stalking. Dall'analisi dei dispositivi informatici, disposta dalla Procura, è emerso che, scrivendo in chat, Matteuzzi parlava così dell'ex: "È un ragazzo con dei seri problemi ed è una cosa molto delicata... Si era impossessato di tutti i miei social, ho dovuto cambiare tutte le mail e la password".

La conversazione - "Bisogna stare attenti a quelle persone. Ma ora lo hai mollato?", le chiedeva il poliziotto. "Certo, e non solo... ma non ti posso raccontare ora". "Spero tu stia serena ora", le diceva lui. "Ancora no, è presto", continuava Alessandra, "ti dico solo che si è arrampicato al secondo piano del palazzo dove abito... una mattina poco tempo fa apro la finestra della terrazza e me lo sono visto entrare". "Un folle", commentava il poliziotto, che poi domandava: "Hai fatto denuncia?". Risposta di Alessandra: "Non posso dirti nulla, ti ripeto è una situazione molto delicata. Deduci". E lui: "Sono poliziotto, quindi posso immaginare. Ti auguro solo di aver risolto".

Matteuzzi, che qualche giorno prima si era rivolta ai carabinieri per denunciare Padovani, gli parlò dell'ansia in cui viveva per "tutta questa situazione che al momento mi fa vivere segregata". Il poliziotto, che non risulta abbia fatto una relazione sulla vicenda, è stato sentito dalla squadra mobile che segue le indagini sul delitto.

Matteuzzi alla madre dell'ex: "Non voglio morire!" - "Io non voglio morire!". Il grido di terrore di Matteuzzi è anche in una chat con la madre del suo ex fidanzato Padovani. Un mese prima, il 23 luglio, le due donne hanno chattato e i messaggi sono agli atti dell'inchiesta della Procura di Bologna: "Tuo figlio va aiutato perché ha dei grossi problemi", diceva Alessandra. Risposta: "Lui è rimasto convinto che tu lo tradivi continuamente dicendomi che hai rovinato tutto... comunque poi ci sentiamo al telefono". Ma Alessandra insiste: "Questa è la sua follia e la sua patologia che lo porta a essere violento. Io non voglio morire!!!!". La madre di Padovani a quel punto difende il figlio: "Guarda, Giovanni non è mai stato come dici con nessuno. Su queste cose ti sbagli". Un mese dopo Matteuzzi sarebbe stata assassinata.

L'ex cercava "Come uccidere a sprangate"... - "Uccide ex a sprangate", "Come stordire una persona con una mazza", "Pena omicidio volontario". Sono alcune delle centinaia di ricerche, fatte da inizio giugno 2022 fino poco prima del delitto e trovate nella cronologia web di Padovani. Le ricerche fatte dall'indagato sono elencate nella consulenza tecnica informatica depositata da Angelo Musella, nominato dalla Procura di Bologna nell'ambito del fascicolo per omicidio aggravato. Padovani attese l'ex sotto casa effettivamente la percosse a morte con un martello e con una panchina.

Nelle oltre 300 pagine di elaborato sono segnalate tutte le ricerche digitate da Padovani, molte delle quali di interesse investigativo: "stalking e violenza sulle donne quanti anni di reclusione", "pagare delle persone per picchiare", "che condanna c'è per rapimento", "dove colpire una persona in testa per farla svenire", "posto migliore per nascondersi con una persona morta", "dove è più difficile rintracciare un cadavere", "con un colpo alla testa forte con una spranga riesce poi a urlare", "accoltellamento pena" e altre sul genere. Padovani cercava anche informazioni sul carcere: "Si può usare il cellulare in carcere", "quante volte si può andare a trovare un detenuto" e "stati dove non valgono le leggi italiane". E due giorni prima del delitto: "per andare in Albania serve il passaporto" o "Stati dove non conta la pena di morte".

... e appuntava: "Martello, corda" - "Nastro isolante, martello, corda (meglio manette), fai chat inventata tra te e lei dove ti dice di venire a casa sua e portare manette". Lo scriveva Giovanni Padovani nelle note del suo cellulare, il 20 agosto 2022. È quanto emerge dall'analisi del cellulare eseguita dal consulente tecnico nominato dal procuratore aggiunto Lucia Russo e dal pm Domenico Ambrosino, che indagano per omicidio volontario. Padovani è in carcere dal giorno dell'arresto, subito dopo il delitto.

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