Fotogallery - Attaccato da uno squalo in Australia, il 20enne torna in Italia: in cura a Bologna
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L'Istituto Ortopedico Rizzoli ha presentato il programma di recupero di Matteo Mariotti, che ha perso la gamba sinistra: "Percorso lungo, ma le prospettive sono buone, tornerà a camminare"
Il percorso sanitario è lungo ma le prospettive sono buone: "Tornerà a camminare", assicura il medico dell'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. E lui, il paziente, assicura: "Ho lottato con uno squalo, non voglio arrendermi ora". Si presenta con piglio deciso e caparbio Matteo Mariotti, 20enne di Parma che lo scorso 20 dicembre ha perso la gamba sinistra sotto il ginocchio, azzannata da uno squalo nel mare dell'Australia, insieme a Cesare Faldini, direttore della Clinica Ortopedica e Traumatologica del Rizzoli, che lo ha preso in cura al suo rientro in Italia. "Ragazzi, non date nulla per scontato, - aggiunge Matteo Mariotti, rivolgendosi ai suoi coetanei. - Siamo vivi, siamo tutti qua, cercate di esseri felici, vivete la vostra vita come volete e cercate di far del bene".
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"Fisicamente sto bene, l'ospedale mi ha accolto benissimo, mi stanno curando nel migliore dei modi, non vedo l'ora di ricominciare a fare attività, però in testa ho alcuni pensieri che mi rattristano". Così Matteo Mariotti racconta di sé a quasi un mese da quella vicenda durante un punto stampa all'Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna dove è ricoverato, giunto dall'ospedale di Brisbane.
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Il 20enne è fiducioso sul suo recupero, si augura di riprendere presto a camminare, grazie all'uso di una protesi, ma non nasconde il rammarico per la campagna di odio che ritiene gli sia stata scatenata contro: "Molti mi hanno sostenuto, la mia famiglia, i miei migliori amici e tanti sconosciuti che mi hanno trasmesso amore e li voglio ringraziare - sottolinea. - Ma c'è stato anche odio nei miei confronti, mi si sono scagliate contro molte persone, in un modo che non reputo giusto".
"E' successo per una raccolta fondi che i miei amici hanno lanciato per aiutarmi - spiega. - Ho lottato con uno squalo non voglio arrendermi ora; ma avrò bisogno di una mano per tornare come prima. E anche per avere la mia famiglia là accanto sono servite decine di migliaia di euro, io ho dovuto spendere tantissimi soldi per il volo di ritorno in prima classe".
Poi si rivolge ai giovani: "Ragazzi, non date nulla per scontato, siamo vivi, siamo tutti qua, cercate di esseri felici, vivete la vostra vita come volete e cercate di far del bene; purtroppo ci sono persone tristi e vuote che vivono sul male altrui".
Dal punto di vista sanitario, il percorso è lungo ma le prospettive sono buone. "Ora subirà un primo intervento, servirà qualche settimana per farlo guarire poi procederemo con la protesi - spiega Cesare Faldini, professore ordinario di Ortopedia all'Università di Bologna e direttore della Clinica ortopedica I del Rizzoli. - Bisogna intervenire per modellare la parte dell'arto rimasta, si farà una protesi immediata che costruiamo qui in istituto e gli permetterà di compiere i primi passi, poi farà la protesi temporanea e la definitiva. Dobbiamo salvargli il ginocchio e lo gestiremo nei prossimi mesi".
Il sogno di Matteo è di riprendere a fare tutti i suoi sport preferiti e tornare un giorno in Australia. "Stiamo cercando di mettere in pausa il mio secondo anno di visto - conclude. - Spero di poterci tornare. Amo l'Australia".