La richiesta avrebbe già avuto il parere negativo della questura e della Procura generale di Bologna
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Roberto Savi, ex poliziotto e, insieme al fratello Fabio, leader della Banda della Uno Bianca, ha presentato istanza di grazia al Presidente della Repubblica, chiedendo di commutare l'ergastolo in una pena temporanea. La richiesta sarebbe stata avanzata nel 2017 e verso la fine di quell'anno la questura di Bologna ha dato parere negativo. A metà 2018 anche la Procura generale si è espressa nello stesso modo. Non si sa se l'iter sia attualmente concluso.
In un parere all'ufficio di Sorveglianza di Milano, la Procura generale ha evidenziato l'assenza di qualsiasi elemento per concedere quanto chiesto dal detenuto. Sul percorso di rieducazione, in particolare, si sottolineato come, sulla base delle informazioni pervenute dal carcere, Savi non sembrava aver maturato la consapevolezza degli effetti lesivi della sua condotta, né il condannato avrebbe un percorso di reinserimento sociale stabile.
Nel 2005 l'uomo aveva già chiesto la grazia al Presidente della Repubblica salvo poi tornare sui propri passi nove mesi più tardi per le polemiche scoppiate, soprattutto per la dura reazione dell'associazione dei familiari delle vittime della banda.
A Bologna 29 anni fa la strage del Pilastro Proprio oggi a Bologna si è svolta la commemorazione dell'eccidio del Pilastro che 29 anni fa costò la vita a tre carabinieri, Otello Stefanini, Andrea Moneta e Mauro Mitilini, brutalmente uccisi dalla banda. Tra il 1987 e l'autunno del 1994 i tre fratelli Savi fecero 24 morti e oltre 100 feriti.