Sette le persone coinvolte: dovranno rispondere a vario titolo di induzione alla prostituzione minorile, spaccio e produzione di pornografia minorile. Indagini scattate dal racconto di una 17enne
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La Procura di Bologna ha smantellato un giro di festini a base di droga e sesso a cui partecipavano anche ragazzine minorenni. Sette le persone coinvolte: nei guai sono finiti personaggi di spicco del capoluogo felsineo (avvocati, politici e imprenditori). Ai domiciliari è finito Luca Cavazza, 27enne agente immobiliare candidato, non eletto, alle Regionali di gennaio in Emilia-Romagna con la Lega. Le indagini sono scattate dal racconto di una 17enne.
Le accuse, a vario titolo, sono di induzione alla prostituzione minorile, spaccio e produzione di materiale di pornografia minorile.
Come riportato dal Quotidiano Nazionale, la principale location in cui tutto questo avveniva sarebbe la villa di un imprenditore bolognese, Davide Bacci, soprannominata non a caso "Villa Inferno". Per Bacci è scattata la custodia cautelare in carcere. Ai domiciliari, oltre a Cavazza, è finito anche un altro indagato, mentre per altre tre persone sono state adottate misure più leggere. Coinvolti anche minorenni.
L'inchiesta prende il via a febbraio dopo che la madre della 17enne coinvolta denuncia ai carabinieri la scomparsa della figlia che, "da diverse notti, non torna più a casa". Il giorno successivo però è la stessa adolescente a presentarsi alla caserma dei militari per raccontare di essere stata "in vari luoghi con una sua amica (minorenne, ndr) con cui avrebbe assunto cospicue dosi di cocaina a casa di vari conoscenti e dove, perlomeno lei, si sarebbe prostituita per ricevere stupefacenti o denaro, 300 euro a prestazione".
Scattano così le indagini e dopo pochi giorni i militari dell'Arma si presentano a casa della famiglia su richiesta della madre: la figlia, di ritorno dopo altri giorni senza farsi viva, è andata in escandescenze quando il genitore le aveva sequestrato il cellulare. La giovane è talmente sconvolta che viene ricoverata nel reparto di Psichiatria dell'ospedale.
Dal telefonino della minore, a quel punto, emergono chat, messaggini e foto che lasciano ben poco all'immaginazione. A quel punto la 17enne si sfoga e rivela di aver conosciuto uno degli indagati, di essere andata con lui a una festa con cocaina e di aver avuto un rapporto sessuale con il padrone di casa "che non sono riuscita a negare perché ero in casa sua, dove avevo assunto gratuitamente parecchia coca".
A questi festini, la ragazza racconta di avere conosciuto diversi uomini, con alcuni dei quali la frequentazione sarebbe stata più assidua, anche nelle loro case. Ai rapporti sarebbe sempre seguita una cessione di cocaina o, talvolta, di contanti, "per andare a farmi le unghie", in un caso.