"Il meccanismo di inserimento è stato complicato e molto avanzato e vederne la fine in questo modo dispiace senza dubbio. Speriamo solo siano felici", ha aggiunto
Hanno lasciato Budrio (Bologna) per trasferirsi in Germania Mustafa, il bimbo di sei anni nato senza arti come conseguenza dell'esposizione della madre al gas nervino durante la guerra in Siria, e la sua famiglia. Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, gli El Nezzel hanno deciso di andarsene dal luogo in cui avevano iniziato una nuova vita nel settembre 2022, a gennaio, all'improvviso e senza dare spiegazioni. "Siamo molto dispiaciuti da quanto avvenuto e sorpresi", ha commentato il sindaco di Budrio Debora Badiali parlando con il quotidiano.
Mustafa, divenuto il simbolo della guerra in Siria, e suo padre Munzir, rimasto senza una gamba a causa dello scoppio di una bomba, sono diventati noti in tutto il mondo grazie a uno scatto del fotografo turco Mehmet Aslan, vincitore del Siena International Photo Awards 2021.
A settembre, i due - insieme alla famiglia (la madre/moglie e altri tre fratelli/figli) - si erano trasferiti a Budrio dopo un primo periodo alla Caritas di Siena per intraprendere un percorso di cura al Centro protesi Inail della frazione di Budrio Vigorso. Percorso che ha portato alla realizzazione di una protesi all'arto inferiore per Munzir e all'elaborazione di una carrozzina elettronica personalizzata per Mustafa.
"Nel mese di gennaio la famiglia ha deciso, in assoluta autonomia e senza darne alcun preavviso, di interrompere il progetto di accoglienza trasferendosi altrove. Il nucleo era arrivato sul territorio metropolitano in carico al Servizio di Accoglienza ed Integrazione metropolitano. Il nucleo era stato collocato in un appartamento nel centro del paese e completamente privo di barriere architettoniche. Mustafa e la più grande delle sorelle sono stati iscritti sin da subito nella scuola d’infanzia statale più prossima alla loro abitazione, il loro inserimento nel gruppo è stato spontaneo e molto rapido: a Mustafa sono state attribuite le ore di supporto statale e comunale necessarie", ha fatto sapere al Resto del Carlino la Città Metropolitana, che con Asp si è occupata del progetto.
"L'integrazione all'interno della comunità, anche scolastica per i bambini, era partita bene e stava mostrando i primi frutti. La scelta, dunque, ci ha colti di sorpresa. Non avevamo avuto avvisaglie né comunicazioni in merito per quanto sia noi che la Città Metropolitana stessimo seguendo da vicino il loro percorso. Il meccanismo di inserimento creato per questa famiglia è stato complicato e molto avanzato e vederne la fine in questo modo dispiace senza dubbio. Speriamo solo siano felici", ha aggiunto Badiali.