Il post di Mauro Felicori della giunta Bonaccini ha scatenato aspre polemiche e sui social impazza l'hashtag #apartheidvaccinale
"In treno, dividendo le carrozze, come era una volta per i fumatori". E' in particolare per queste parole, contenute in un lungo post dedicato all'utilità del Green Pass vaccinale, che Mauro Felicori, assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, è finito nella bufera. Non solo dell'opposizione alla giunta Bonaccini, ma anche sui social, dove impazza da giorni l'hashtag #apartheidvaccinale.
Il post della discordia - "Ho già assunto una posizione netta a favore di una applicazione rigorosa del Green Pass - ha scritto Felicori nel post che ha scatenato aspre polemiche. - Ma devo dare qualche chiarimento: innanzitutto in questa eventuale norma non bisogna solo vedere i divieti, ma anche le opportunità. In campo culturale si aprirebbe la strada all'abolizione del distanziamento nei teatri e nei cinema".
Fino alla frase incriminata: "Avendo come obiettivo la salute e non la mortificazione dei refrattari, - si legge, - si potrebbe applicare in modo variabile: ad esempio in treno dividendo le carrozze, come era una volta per i fumatori".
Oltre 100 i commenti nella sua pagina Facebook, tra chi approva e chi grida alla discriminazione. E proprio sui social è accesa la battaglia tra pro Vax e no Vax con l'hashtag #apartheidvaccinale. Al centro del dibattito non solo il Green Pass, ma anche l'obbligo di vaccinazione per andare al ristorante o sui mezzi pubblici.
In Regione Emilia-Romagna, piovono le critiche di Fratelli d'Italia e Lega, contrari alle proposte di Felicori. "Bonaccini dica all’assessore Felicori che l'apartheid è finita - ha scritto in una nota Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. - La sua proposta di treni per soli vaccinati ricorda il peggior razzismo e la più becera cattiveria. Ci sono persone che hanno paura di vaccinarsi perché le informazioni fornite dalla Regione hanno spaventato più che rassicurare, ci sono persone che non possono vaccinarsi perché troppo fragili o perché reduci da interventi chirurgici. Chiediamo formalmente che il Presidente Bonaccini smentisca e richiami all'ordine il suo assessore che così parlando offende la pubblica intelligenza e trasforma una tragedia come il Coronavirus in uno spot elettorale".