In 27 pagine di sentenza il gup ricostruisce i delitti commessi tra il 30 marzo e l'8 aprile 2017
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"Igor il russo" ha agito con "lucida, fredda, spietata geometria criminale". E dopo l'arresto non ha mai mai "evocato rivisitazioni critiche che possano suonare come autentico pentimento o come inizio di una revisione critica". E' la motivazione della sentenza con la quale Norbert Feher è stato condannato all'ergastolo: secondo il giudice il killer ha anche rivendicato "con compiaciuto orgoglio di 'essere pagato per tacere'".
In 27 pagine di sentenza il gup Alberto Ziroldi ricostruisce i delitti commessi tra il 30 marzo e l'8 aprile 2017, dalla rapina di una guardia giurata a Consandolo di Argenta (Ferrara), all'omicidio del barista di Budrio (Bologna) Davide Fabbri, fino all'agguato in cui venne ucciso il volontario Valerio Verri e gravemente ferito l'agente di polizia provinciale Marco Ravaglia, nelle campagne di Portomaggiore. Poi Igor fece perdere le sue tracce, restando latitante fino all'arresto in Spagna otto mesi dopo, a Teruel, dove, prima di essere bloccato, uccise due agenti della Guardia Civil e un agricoltore.
Oltre a sottolineare i molteplici indizi, balistici, genetici e testimoniali che inchiodano l'autore dei reati, il giudice si sofferma sul racconto dell'imputato, segnalandone le contraddizioni.
Igor tra l'altro disse di essere andato nel bar di Fabbri, l'1 aprile 2017, per recuperare un credito di diecimila euro e poi di essersi difeso dall'aggressione del barista. Quest'ultima ipotesi, per il giudice, si pone "in radicale contrasto con il dato obiettivo". Inoltre l'indagine "non ha consentito di accertare con certezza se vi fosse una pregressa conoscenza tra i due". La sentenza cita una persona sinti, sentita in indagine, secondo cui Fabbri aveva acquistato orologi e altro materiale, anche di natura illecita, lasciando intendere che Feher mirasse a quello, mentre un'altra persona ha detto che Feher era andato da Fabbri per esigere un proprio credito di 4-5.000 euro. Ma si tratta "o di deduzioni soggettive o della riproduzione di voci correnti, che introducono dati di conoscenza processualmente non spendibili".