Lesioni gravissime e tentata interruzione di gravidanza sono i reati in seguito ai quali il magistrato ha preso la decisione dopo l'udienza di convalida
E' stato disposto il carcere per l'uomo che ha avvelenato la compagna incinta al settimo mese, versando un prodotto da lavastoviglie in una bibita che lei ha poi ingerito, finendo in ospedale a Bologna. La decisione è stata presa dal gip del capoluogo, che ha applicato la misura richiesta dal pm per il 35enne dipendente del Comune di Valsamoggia. Le accuse sono di lesioni gravissime e tentata interruzione di gravidanza.
La contestazione di tentata interruzione di gravidanza è stata aggiunta dal pubblico ministero durante l'udienza di convalida dell'arresto. In tale occasione, l'indagato ha sostanzialmente confermato quanto già detto nell'interrogatorio in precedenza: voleva far abortire la compagna, spinto da una profonda angoscia per le condizioni del figlio portato in grembo.
La fidanzata, infermiera, rimane ricoverata in Rianimazione all'ospedale Maggiore. E' cosciente e in condizioni stazionarie, ma la prognosi rimane riservata. Stabili anche le condizioni del feto, che non ha avuto danni dall'avvelenamento della madre.