L'udienza preliminare, a seguito dell'inchiesta "Angeli e Demoni" scattata in Emilia-Romagna, è stata fissata per il 30 ottobre. Citati dall'accusa 155 testimoni
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La Procura di Reggio Emilia ha chiesto il rinvio a giudizio per 24 persone nell'ambito dell'inchiesta "Angeli e Demoni" sugli affidi illeciti in Val d'Enza. Sono 155 i testimoni citati dall'accusa e 48 le parti offese. Tra queste l'Unione dei Comuni Val d'Enza, i Comuni di Gattatico e Montecchio, ministero della Giustizia e Regione Emilia-Romagna. Nell'elenco degli imputati anche il nome del sindaco di Bibbiano.
I numeri - L'inchiesta sui presunti affidi illeciti nella Val d'Enza arriva, dunque, davanti a un giudice. Per il 30 ottobre è stata fissata l'udienza preliminare per 24 persone per cui la Procura di Reggio Emilia, con il pm Valentina Salvi che ha coordinato le indagini del nucleo investigativo dei carabinieri, ha chiesto il rinvio a giudizio.
Tra gli imputati ci sono Federica Anghinolfi, ex responsabile dei servizi sociali dell'Unione comunale, la psicoterapeuta Nadia Bolognini e il marito Claudio Foti della onlus Hansel & Gretel, il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti.
Più di cento i capi di imputazione, 155 i testimoni citati dall'accusa, 48 le parti offese, tra cui l'Unione dei Comuni Val d'Enza, i Comuni di Gattatico e Montecchio, il ministero della Giustizia e la Regione Emilia-Romagna.
L'inchiesta 'Angeli e Demoni' a maggio 2019 aveva portato a una serie di misure cautelari, ipotizzando un business sugli affidi dei minori, allontanati ingiustamente dai genitori con storie inventate, perizie falsificate, finti abusi, disegni manipolati a fini sessuali, e ore di sedute di psicoterapia, che servivano, per l'accusa, solo a fare ai piccoli "il lavaggio del cervello".
In seguito tutto questo è diventato uno dei temi della campagna elettorale per le Regionali in Emilia-Romagna, con la Lega e le Sardine a contendersi le piazze di Bibbiano, diventato il municipio simbolo dello scandalo per il coinvolgimento del primo cittadino. Carletti, che risponde di reati legati al suo ruolo di amministratore, e non, quindi di fatti che coinvolgono direttamente i minori, inizialmente era finito ai domiciliari ma ora è libero dopo la pronuncia della Cassazione sulle misure.
Tra i reati di cui si discuterà davanti al giudice Dario De Luca ci sono, a vario titolo, peculato d'uso, abuso d'ufficio, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, falsa perizia anche attraverso l'altrui inganno, frode processuale, depistaggio, rivelazioni di segreto in procedimento penale, falso ideologico in atto pubblico, maltrattamenti in famiglia, violenza privata, lesioni dolose gravissime, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Chi accoglie con favore la fissazione dell'udienza è la difesa di Anghinolfi, considerata una delle figure chiave nell'impostazione accusatoria: "Potrà esercitare appieno il suo diritto di difesa. Questo avverrà finalmente davanti a un giudice in Tribunale e non in piazza o sul web, come purtroppo è accaduto sino ad ora", scrive in una dichiarazione il suo collegio difensivo.
Tra i testimoni indicati dall'accusa per il processo, ci sono, tra gli altri, il giornalista-scrittore Pablo Trincia autore del libro 'Veleno', un'inchiesta su presunti casi di violenza sessuale su minori e satanismo, la cosiddetta vicenda dei 'pedofili della Bassa' modenese, che ha alcune analogie con l'indagine reggiana.