"NESSUN VUOTO NORMATIVO"

Eterologa, via libera a due coppie Il giudice: si può procedere subito

Il Tribunale di Bologna nega qualsiasi "vuoto normativo" e dà il via libera alle richieste, presentata prima della sentenza della Consulta

18 Ago 2014 - 18:10
 © ansa

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"Non c'è alcun vuoto normativo che impedisca di procedere alla fecondazione eterologa in base alle regole della medicina e alla legislazione sanitaria vigente". E' quanto scrive il Tribunale di Bologna in due ordinanze con cui ha accolto il ricorso di altrettante coppie riconoscendo il diritto ad accedere alla tecnica. Il 9 aprile del 2014 la Consulta aveva cancellato, ritenendolo incostituzionale, il divieto contenuto nella legge 40 del 2004.

Le due coppie avevano presentato ricorso (prima della sentenza della Consulta) perché il centro medico al quale si era rivolta aveva opposto il rifiuto a eseguire il trattamento, allora ancora vietato per legge. La sentenza della Corte Costituzionale, che ha fatto cadere il divieto di fecondazione eterologa, ha ovviamente cambiato il quadro di riferimento ed è "venuto meno l'ostacolo (altrimenti insuperabile in via interpretativa) all'accoglimento della domanda", si legge nelle ordinanze firmate il 14 agosto dal giudice Antonio Costanzo.

Rilevanti sono però anche le indicazioni con cui nell'ordinanza si motiva la decisione, stabilendo che la coppia può da subito accedere l'eterologa escludendo che si sia determinata una situazione di vuoto normativo: "Dichiarando infondata l'eccezione di inammissibilità relativa al paventato 'vuoto normativo' - scrive infatti il giudice nell'ordinanza -, la Corte costituzionale è stata chiara nell'escludere 'nella specie' (ossia, con riferimento ai casi concreti sottoposti alla sua attenzione, del tutto assimilabili a quello qui in esame) l'esistenza di incolmabili lacune concernenti la regolamentazione essenziale dell'accesso alla Pma con donazione di gameti, sia quanto ai presupposti che quanto agli effetti".

Proprio per questo, aggiunge il tribunale di Bologna, "il giudice delle leggi non abbia demandato al legislatore il compito di introdurre apposite disposizioni volte ad eliminare eventuali lacune insuscettibili di essere colmate dai giudici". Insomma, per il tribunale di Bologna non serve una nuova legge ma semmai un decreto ministeriale di aggiornamento delle linee guida su alcuni aspetti specifici, come il numero delle donazioni e l'anonimato del donatore. Ma questo non impedisce di procedere.

E per i legali di una delle due coppie, Massimo Clara, Marilisa D'Amico, Mariapaola Costantini e Sebastino Papandrea, "la pronuncia del Tribunale di Bologna è assolutamente positiva: le coppie sterili e infertili possono subito ricorrere alla terapia di cui necessitano. Il Tribunale ha ovviamente riconosciuto il diritto alla terapia, ma ha anche sottolineato con ampia motivazione come non sussista allo stato nessun vuoto normativo che impedisca di procedere immediatamente secondo le regole della medicina e della legislazione sanitaria vigente, applicando al caso concreto l'indicazione che era stata formulata dal giudice costituzionale".

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