Il sogno coronato di entrare nella polizia locale e l'attivismo politico, lo sport e la vita spesa per il sociale
Era riuscita a far diventare realtà il suo grande sogno di entrare nel corpo di polizia municipale. Sofia Stefani, 33 anni, aveva coronato quel sogno della divisa entrando a lavorare come vigilessa ad Anzola dell'Emilia e, poi, a Sala Bolognese. Una passione vissuta per tutta il 2023, prima del congedo, e mostrata anche sui social. Ieri, giovedì 16 maggio, la sua vita però è stata spezzata da un colpo di pistola, partito dall'arma del suo ex comandante 60enne, ora in stato di fermo; un delitto ancora costellato di tanti punti oscuri e su cui la Procura di Bologna sta lavorando. Dietro quel sogno spezzato c'era una giovane donna con una grande passione per il suo lavoro, ma anche l'attivismo politico e il volontariato.
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Ciò che emerge dalle testimoninze sulla 33enne è il profilo di una giovane donna con una profonda passione per il sociale. Sin da giovanissima si era dedicata all'attivismo politico con grande entusiasmo, entrando nelle file del Partito democratico. Non molto poco tempo fa, come scrive il Corriere della sera, era stata a Roma per incontrare i suoi compagni di partito, divenuti nel tempo amici uniti dagli stessi valori e ideali.
Non solo lavoro e politica, Sofia Stefani era un'amante dello sport e in particolare del pattinaggio artistico a rotelle. E poi il volontariato, con le Cucine popolari di Bologna, l'organizzazione fondata da Roberto Morgantini che dà da mangiare a centinaia di persone ogni giorno. Con lui, lei e la sua famiglia avevano partecipato a un progetto artistico, dipingendo i muri del ponte di via Stalingrado a Bologna. "Grazie Roberto per aver dato a me e alla mia famiglia la possibilità di esserci", aveva scritto all'indomani di quella esperienza.
Una giovane vita spezzata il pomeriggio del 16 maggio, da una pallottola partita dalla pistola di un collega, l'ex comandante di Anzola. Uccisa nel luogo che doveva tenerla al sicuro, proprio quella divisa che l'aveva ispirata e che aveva voluto. Il 60enne, che inizialmente aveva detto di aver sparato accidentalmente alla testa della donna mentra puliva l'arma, è stato fermato. Dietro il delitto, sin dalle prime ore, però la Procura di Bologna non aveva creduto all'uomo, seguendo la pista sentimentale.