Ma il gruppo ultra conservatore non riceve l'appoggio della Diocesi che si dissocia: "Nessuno conosce questo comitato"
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Un gruppo di cattolici tradizionalisti di Reggio Emilia, riuniti nel "Comitato Beata Giovanna Scopelli", ha indetto per il 3 giugno una manifestazione "di riparazione pubblica per il gay pride", in concomitanza con il "Remilia Pride", organizzato da Arcigay e patrocinato dal Comune di Reggio. La locandina che ha acceso la polemica raffigura un Cristo flagellato alla colonna.
L'iniziativa è stata lanciata dal sito chiesaepostconcilio.blogspot.it e poi promossa attraverso un gruppo Facebook che raccoglie già oltre mille adesioni. Gli amministratori della pagina e promotori del contro gay pride scrivono: "È evidente la gravità e il carattere provocatorio e sconcio di una simile iniziativa, l'ennesimo empio spettacolo di normalizzazione del vizio cui siamo costretti ad assistedre. A offese pubbliche vogliamo opporre riparazioni e preghiere pubbliche".
Ma i toni ultra conservatori non hanno trovato l'appoggio nemmeno della Diocesi che, come riporta il "Corriere della Sera", ha stigmatizzato l'iniziativa. Edoardo Tincani, portavoce del vescovo Massimo Camisasca, ha chiarito: "Questa manifestazione non è stata né preannunciata né tanto meno autorizzata. Nessuno conosce questo comitato, è una realtà privata. Non consentiremo che accedano alla cattedrale e al sagrato".
E sul problema dei permessi si è espresso pure il Comune. "Il sindaco Luca Vecchi ha concesso il patrocinio al Gay pride e quel giorno interverrà dal palco", ma non è escluso che con la Questura si neghino i via libera alla processione di riparazione qualora dovesse emergere un qualche contatto con gruppi di estrema destra.
. Il comitato "si prefigge lo scopo di organizzare una grande processione a riparazione dello scandalo pubblico che il gay pride proferira'. Il peccato impuro contro natura, come insegna il Catechismo, grida vendetta al cospetto di Dio".