"Lo Stato - ha spiegato il legale della donna - fu negligente nel non eseguire due decreti di espulsione" a carico del killer che rimase in Italia a delinquere
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A tre anni dal primo omicidio di Igor il Russo, la vedova della vittima, fa causa allo Stato italiano. "Stiamo preparando - ha spiegato l'avvocato Giorgio Bacchelli, legale della donna - la causa civile contro lo Stato italiano che fu negligente nel non eseguire due decreti di espulsione a carico di Igor, che rimase in Italia". Per il 27 maggio è fissato anche l'inizio del processo di appello del killer, già condannato in primo grado all'ergastolo.
"Lo Stato ha sbagliato, nonostante i duplici mandati di espulsione Igor era ancora a piede libero sul territorio italiano. Per questo ho spinto io stesso la famiglia a formalizzare una causa allo Stato, per la mancata espulsione del killer - ha spiegato Augusto Morena, del comitato degli amici di Davide Fabbri -. Davide ha cercato in tutti i modi di salvarsi alla vita cercando di disarmare Igor, ma è stato tutto vano".
La scia di sangue e la fuga di Igor il Russo La sera del primo aprile di tre anni fa un uomo in giacca mimetica col bavero alzato entrava nel bar "Il Gallo" di Riccardina di Budrio (Bologna) imbracciando un fucile da caccia e, dopo una colluttazione, assassinava con un colpo di pistola il titolare, Davide Fabbri, poi fuggiva per la campagna. Era il primo omicidio di "Igor il Russo", all'anagrafe Norbert Feher, serbo, che una settimana dopo uccise ancora, sparando al volontario Valerio Verri, di pattuglia insieme all'agente provinciale Marco Ravaglia, gravemente ferito nell'agguato. Dopo otto mesi di latitanza e una serrata caccia all'uomo, Igor fu catturato in Spagna dove aveva ucciso altre tre persone.