DECIDERA' LA CONSULTA

Lui diventa lei, nozze annullate:"Sono pronta a chiedere asilo"

Bologna, parla Alessandra: "La Chiesa non ha intaccato il matrimonio, lo Stato sì". Sulla questione, già arrivata in Cassazione, deciderà la Consulta

10 Giu 2014 - 16:04
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Alessandra Bernaroli qualche anno fa si chiamava Alessandro, prima di cambiare sesso. Il suo matrimonio vorrebbe che rimanesse valido, ma per la legge la donna che ha sposato quando era un uomo non è più sua moglie, anche se nella vita reale continua ad essere la sua compagna. Dopo un processo civile arrivato in Cassazione, sarà la Consulta a stabilire se è costituzionale la norma per cui, se uno dei due coniugi cambia sesso, il matrimonio decade.

Lui diventa lei, nozze annullate:"Sono pronta a chiedere asilo"

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"La nostra speranza - afferma Alessandra - è che si voglia tener conto della peculiarità del nostro caso, che non è un caso di omosessualità, ma di transessualismo. Il transessuale modifica il genere, il suo modo di rapportarsi nella società: le Corti europee lo hanno ben capito". Lei e la sua compagna vivono a Bologna. Si sono conosciute nel 1995. Nel 2005 il matrimonio.

"In Chiesa - precisa -, siamo di famiglia cattolica: la Chiesa non ha mai cancellato il nostro matrimonio, anzi nel 2009", dopo l'operazione in Thailandia per il cambio di sesso, "l'allora vicario di Bologna, monsignor Vecchi, disse che la mia scelta non intacca la dottrina, che il matrimonio rimane". Non è così per la legge.

Alessandra, 43 anni, studi di economia, un lavoro in banca, ha voglia di parlare e di sentire riconosciuti quelli che ritiene suoi diritti. La sua compagna è più timida e non si espone, ma "il sostegno di mia moglie è stato fondamentale nella mia storia", ammette Alessandra, che non nasconde "momenti difficili all'inizio", lo "shock di mia madre", "le difficoltà di far capire alle famiglie, con cui ora sono e siamo in ottimi rapporti".

Ora, se dalla Corte dovesse arrivare una pronuncia negativa, "valuterò se rivolgermi alla Corte europea. Ma soprattutto ho in serbo due mosse: o rinunciare, provocatoriamente, al mio nome femminile, se lo Stato si riduce a questo e se questo basta perché sia nuovamente riconosciuto il matrimonio; oppure chiedere asilo in un altro Paese Ue in nome del fatto che abbiamo anche una cittadinanza europea".

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