Il governatore del Piemonte parla di un "bollettino di guerra". A Pavia esonda il Ticino mentre in Liguria, dopo il crollo del viadotto sulla A6, Toti accusa: "Troppi cantieri fermi per colpa della politica"
Ancora maltempo sull'Italia. Il governatore del Piemonte Alberto Cirio parla di un "bollettino di guerra" per la sua regione, tra strade bloccate, centri isolati e centinaia di sfollati. Le Province avvertono: dopo un monitoraggio sui ponti all'indomani della tragedia di Genova abbiamo individuato quasi 6mila viadotti su cui servono interventi urgenti. Il premier Giuseppe Conte: "Stanziati 11 miliardi per il territorio, ora dobbiamo accelerare".
Il ciclone "Luis" che ha devastato la Liguria e il Piemonte ha lasciato il nord-ovest, dove nella giornata di lunedì la situazione è migliorata. Il maltempo ha però colpito altre regioni, in particolare la Sardegna e la Calabria e resta l'allarme per la piena del Po, in Emilia Romagna e, martedì, per il Veneto.
Il maltempo in Italia A Pavia l'esondazione del Ticino ha allagato il quartiere Borgo Basso, a Ferrara sono state sgomberate le abitazioni e le aziende nelle aree golenali. A Ospedaletti (Imperia) è stata evacuata una scuola con un centinaio di alunni. Nel nord della Sardegna sono stati evacuati asili e scuole, alle porte di Sassari il rio Calamasciu ha allagato la ferrovia. Allagamenti anche in Calabria, nel Catanzarese e nella provincia di Vibo Valentia: a Pizzo un torrente ha rotto gli argini allagando l'abitazione e l'agrumeto di una coppia di anziani che sono stati salvati dall'intervento dei carabinieri e di altri soccorritori. Sulla strada Polia-Francavilla Angitola, sono state liberate 10 auto rimaste bloccate dal fango.
In 48 ore gli interventi dei vigili del fuoco in tutta Italia sono stati 2.300 e sono stati mobilitati migliaia di volontari della Protezione Civile.
Il calcolo dei danni E' intanto cominciato il calcolo dei danni in Liguria: la prima stima è di 330 milioni. Il governatore ha indicato due priorità: la ricostruzione del viadotto della A6 Torino-Savona, crollato domenica pomeriggio per una frana che non ha miracolosamente coinvolto persone, e la Valle Bormida. Per ricostruire il tratto di autostrada divelto da una colata di fango, alberi e massi, ci vorranno 3-4 mesi, ha annunciato l'Autostrada dei Fiori, concessionaria dell'autostrada che è uno dei principali assi di collegamento tra il Piemonte e la Liguria.
Sono già state riaperte al traffico, invece, la A5 Torino-Aosta, chiusa per precauzione per la grossa frana che incombe su Quincinetto (Torino) e la A21 Torino-Piacenza, dove domenica sera si era improvvisamente creato un cratere con un diametro di una decina di metri, evitato da un'auto in transito.
Danni per il maltempo, governatore Piemonte: "Bollettino di guerra" La devastazione lasciata dalle piogge torrenziali e dall'esondazione dei fiumi è stata definito dal governatore del Piemonte un "bollettino di guerra": restano sfollate più di 600 persone, oltre un centinaio le strade chiuse o con traffico limitato. Su tutto il Piemonte resta "forte" il pericolo di valanghe: oltre i 2.300 metri di altitudine l'altezza nella neve fresca raggiunge in alcune località i 2 metri e 10 centimetri. In valle d'Aosta è invece cessata l'emergenza: Champorcher e Gressoney sono uscite dall'isolamento.
La denuncia delle Province: "Servono interventi su quasi 6mila ponti" Nella giornata di lunedì è arrivata intanto la denuncia dell'Unione delle Province italiane. "Nell'agosto del 2018, all'indomani della tragedia del ponte Morandi, ci venne chiesto un monitoraggio urgente sugli oltre 30mila ponti, viadotti e gallerie in gestione - ha detto infatti il presidente dell'Upi Michele de Pascale -. In poche settimane consegnammo al ministero delle Infrastrutture un quadro da cui emergeva la necessità di intervenire su 5.931 strutture, su cui avevamo già pronti i primi progetti, e di procedere con indagini tecnico diagnostiche urgenti su 14.089 opere. Ma nulla è stato fatto".
Conte: "Stanziati 11 miliardi per la protezione del territorio" Il premier Giuseppe Conte, da Melfi, ha parlato della necessità di accelerare i tempi di spesa degli 11 miliardi di euro che, in un piano pluriennale, sono stati destinati alla protezione del territorio nazionale. Secondo la Coldiretti i danni causati in 10 anni dalle calamità naturali ha raggiunto i 14 miliardi di euro. Moltissimi campi sono ancora allagati per le piogge e l'acqua uscita dagli argini di fiumi e torrenti.