DOPO LE MINACCE DI MORTE AL QUESTORE

Minacce al questore, il titolare del Cocoricò su Facebook: "Potremmo non riaprire"

"Se si dovessero ripetere gravissimi e inaccettabili episodi, potremmo valutare decisioni drastiche. Ribadiamo il nostro assoluto rispetto delle istituzioni"

08 Ago 2015 - 13:10

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Il Cocoricò potrebbe non riaprire, "a prescindere dall'esito dei ricorsi". Lo scrive su Facebook Fabrizio De Meis, uno dei titolari del locale, dopo le minacce di morte al questore di Rimini Maurizio Improta, che ha sospeso la licenza per quattro mesi dopo la morte di un 16enne. "Anche nelle difficoltà - continua - vogliamo serenità e rispetto. Se gravissimi e inaccettabili episodi si dovessero ripetere, potremmo valutare decisioni drastiche".

Minacce al questore, il titolare del Cocoricò su Facebook: "Potremmo non riaprire"

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"Apprendo solo ora via internet - spiega nel post il titolare, che una settimana dopo la morte di Lamberto Lucaccioni aveva lasciato la carica di amministratore del gruppo Cocoricò, - che il questore di Rimini Maurizio Improta ha ricevuto minacce di morte a seguito del provvedimento di chiusura di 4 mesi della discoteca Cocoricò. Ritengo tutto ciò inqualificabile e inaccettabile, si possono avere idee diverse ma vanno manifestate sempre con civiltà e rispetto verso tutte le istituzioni che hanno il difficile compito di governare un territorio".

"Stiamo cercando - aggiunge - nel rispetto della legge e nel rispetto dei ruoli di riuscire a sospendere il provvedimento di chiusura ma ribadiamo in maniera netta, forte e chiara, l'assoluto rispetto delle istituzioni, e la nostra posizione contro ogni forma di violenza anche verbale".

Le minacce di morte, secondo quanto appreso, sono una cinquantina, soprattutto su web e social network, e sono state raccolte dalla polizia postale e consegnate in un'informativa alla Procura della Repubblica. Proprio ieri, inoltre, il Tar dell'Emilia Romagna ha respinto l'istanza di sospensiva del provvedimento di chiusura presentata dal Cocoricò, rinviando al 10 settembre la discussione in camera di consiglio.

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