Nel salone effettivamente c'era un telefonino, che non stava squillando ma diffondendo musica collegato alle casse. Da qui la (giusta) sanzione
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Un parrucchiere di Fiorano Modenese (Modena), Giuseppe Laiso, è stato multato dalla Siae per aver "diffuso musica in un pubblico esercizio senza aver pagato i diritti d'autore". A differenza di quanto riportato da alcuni quotidiani, però, è del tutto falso che la contestazione sia dovuta alla suoneria del cellulare di una dipendente del salone. Il telefonino effettivamente c'era, ma era collegato alle casse. Da qui la (giusta) sanzione.
"Nessuno multerebbe una suoneria", chiarisce la Siae. "Gli articoli di stampa, ampiamente ripresi dai social network, secondo i quali la multa sarebbe stata causata da un telefonino che squillava riportano una notizia falsa e altamente lesiva dell'immagine della Società italiana degli autori ed editori. Società che - vale sempre la pena di ricordarlo - tutela il diritto del lavoro di circa 80mila iscritti", aggiunge la nota.
"Nessuno - prosegue - si sognerebbe mai di entrare nella barberia dei Signori Laiso e Dinota, farsi tagliare i capelli e uscire senza pagare. E allora ci chiediamo sulla base di quale diritto gli stessi signori Laiso e Dinota pretendano di non pagare per la musica diffusa nel loro locale: musica che altri hanno composto e prodotto e che dà valore aggiunto alla qualità del servizio che questa barberia offre ai propri clienti".
"Concludiamo offrendo una rapida suggestione in cifre. Per mettersi in regola col diritto d'autore, la barberia di Fiorano avrebbe dovuto pagare un abbonamento annuale di 71 euro (Iva compresa). Vale a dire 20 centesimi al giorno".