Il racconto

Pesaro, una 54enne: "Avevo un tumore da 3 kg e nessuno in Inghilterra se n'è accorto, mi hanno salvato qui"

Proprio nel Paese, decine di migliaia di medici specializzandi hanno iniziato uno sciopero che durerà fino alle 7 di martedì mattina

11 Ago 2023 - 15:21
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Una 54enne di Porto S.Giorgio (Fermo), che vive in Inghilterra da molti anni per lavoro, ha raccontato in una lettera pubblicata dal Resto del Carlino, di aver avuto un tumore di tre chili, ma che - nonostante le numerose visite fatte - nel Paese nessuno si era accorto di cosa avesse. Ha inoltre affermato di aver ricevuto la diagnosi in Italia e di essere stata curata e salvata all'ospedale di Pesaro. Ecco il racconto della donna, il cui nome è Pamela Baraschi.

Il racconto - "Inizio a stare male con tosse continua e febbre elevata verso fine dicembre 2022, ma poiché non sono solita precipitarmi dal dottore, decido di non farlo, sperando passi tutto spontaneamente con antipiretici. Prendo un appuntamento con il mio medico di base inglese, che fa la diagnosi di una probabile polmonite, prescrivendomi un antibiotico. Torno da lei più volte, ma la dottoressa non ritiene opportuno farmi eseguire un rx torace di conferma, mi sottopone a un elettrocardiogramma da cui nulla si evince. Faccio delle analisi del sangue, emerga un significativo stato infiammatorio-infettivo", racconta Baraschi.

"Finalmente, mi indirizza alla esecuzione di una radiografia toracica che esclude la polmonite. Sto sempre peggio, le dico che non riesco a mangiare, a respirare. Anche questa volta vengo trattata con sufficienza. (...) Invio una mail alla dottoressa dimostrandomi anche un po’ alterata, in cui spiego tutto. Lei mi risponde con due righe. Da lì in poi non si fa più sentire. Sono esausta, il giorno dopo il dottore che mi visita in emergenza in ospedale palpando la pancia per la prima volta da quando tutto è cominciato, mi riferisce che ho liquido nel ventre (in Italia scoprirò che era ascite addominale, non un buon segno). A quel punto quello che dicono i medici del pronto soccorso diventa confuso", aggiunge la donna.

"Quello che non sapevo era che avevo alle mie spalle una piccola armata italiana di 5 persone per nulla convinte di come mi stessero curando. Erano i miei due fratelli, Ivan e Manuela, due carissime amiche Simona e Stefania, e un formidabile dottore, Danilo Gioacchini di Spoleto, che mi ha messo su un aereo e spedita in Italia. A quel punto, non riuscivo più a camminare, ero stremata, in carrozzina. Danilo mi accompagna al Pronto Soccorso di Spoleto, dove sono accolta da un personale eccezionale. Tutti vedendo le condizioni in cui ero, non si spiegavano perché non fossi stata ricoverata. Dopo 4 ore a Spoleto ho la diagnosi che in Inghilterra non sono riusciti a darmi: c’è una massa nel mio ventre, molto voluminosa, probabilmente un tumore ovarico", prosegue la 54enne.  

"I medici non capiscono come l'ecografista in Inghilterra non l'abbia vista. Vengo ricoverata alla chirurgia oncologica di Pesaro diretta da Alberto Patriti, dove mi sottopongono alle procedure preoperatorie, tra cui una visita ginecologica, durante la quale la specialista mi chiede da quanto tempo non facessi visite di controllo. Rispondo che non ne avevo più fatte in Inghilterra. Il giorno dopo mi operano. L'intervento, mi racconterà il mio amico medico, è stato lungo, elaborato, preciso. Alberto Patriti, coadiuvato da una eccezionale equipe di chirurghi, con un’età me dia di 35 anni, ha condotto un intervento eccezionale, rivolto alla eradicazione totale della neoplasia, del peso di oltre tre chili. Quello che ricordo al risveglio dall’anestesia è il rendermi conto che per la prima volta stavo respirando dopo mesi dal naso. Sono stata fortunata ad avere avuto quelle 5 persone che hanno combattuto la mia battaglia. Soprattutto ho avuto la fortuna di essere Italiana", conclude la donna. 

Nuovo sciopero dei medici - E, a proposito di sanità, decine di migliaia di medici specializzandi, ovvero ancora in formazione, in Inghilterra hanno iniziato uno sciopero che durerà fino alle 7 di martedì mattina. Si tratta della quinta tornata di proteste che hanno al centro un'aspra vertenza salariale con il governo, che rischia di trascinarsi fino all'inverno. La British Medical Association, che rappresenta i circa 75.000 medici specializzandi, ha chiesto un aumento di stipendio del 35% per riportare la retribuzione ai livelli del 2008, tenendo conto dell'inflazione. Ma il governo offre loro solo il 6% con un ulteriore aumento consolidato, e il primo ministro Rishi Sunak ha insistito che non ci saranno altre discussioni. 

Una linea dura denunciata sul Daily Mail come "sconsiderata" dal ministro della Sanità, Steve Barclay, il quale ha accusato apertamente gli scioperanti di mettere "a rischio i pazienti", in difficoltà gli altri colleghi medici e di contribuire ad aggravare il record dell'endemica piaga delle liste d'attesa in ospedali e ambulatori del Regno. Accuse che i rappresentati degli junior doctor respingono categoricamente, rivendicando "l'instancabile impegno quotidiano" della categoria a fronte delle negligenze imputate alla politica sanitaria del governo e a un calo drastico del potere di acquisto delle retribuzioni negli ultimi 15-20 anni. Da parte loro, i vertici manageriali dell'Nhs stimano l'impatto degli scioperi di questi mesi di malcontento sociale sui costi della sanità pubblica in una cifra pari a un miliardo di sterline.

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