Alla lettura della sentenza, l'imputata Daniela Poggiali non era presente in aula. In primo grado fu condannata all'ergastolo e assolta nei successivi appelli
Daniela Poggiali, ex infermiera dell'Ausl Romagna, è stata condanna a 30 anni di carcere per aver ucciso un suo paziente, il 95enne Massimo Montanari, all'ospedale di Lugo, in provincia di Ravenna. L'uomo è morto il 12 marzo 2014, la notte prima delle dimissioni. Durante la lettura della sentenza, nel procedimento in rito abbreviato, l'imputata non era presente in aula.
La minaccia del 2009 - Secondo quanto ricostruito dall'accusa, Montanari era stato datore di lavoro dell'allora compagno di Poggiali che, il 3 giugno 2009, andando negli uffici per consegnare un certificato relativo a una pratica infortunistica dell'ex convivente, per la segretaria aveva pronunciato questa minaccia che proverebbe la premeditazione del delitto: "State attenti te e Montanari di non capitarmi tra le mani".
Ergastolo e assoluzione - La testimonianza era stata resa nel processo di primo grado celebrato davanti alla Corte d'Assise di Ravenna e costò alla Poggiali l'ergastolo per l'omicidio con un'iniezione di potassio di un'altra sua paziente, la 78enne Rosa Calderoni deceduta l'8 aprile 2014 a poche ore dal ricovero sempre a Lugo. In due successivi appelli a Bologna (poi annullati dalla Cassazione), la Poggiali era stata assolta e successivamente scarcerata.
Si attende l'appello ter - In questo filone si attende la data dell'appello ter. La difesa ha sempre sostenuto l'innocenza della Poggiali. L'Ausl Romagna si è costituita parte civile. Non hanno optato per la stessa scelta invece i parenti di Montanari.