L'accusa è maltrattamenti aggravati dall'averli commessi nei confronti di persone incapaci di potersi difendere nonché dall'essere stati commessi da persone incaricate di un pubblico servizio
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Anziani lasciati sporchi per ore, senza rispondere alle loro richieste se non con insulti, vessazioni psicologiche e percosse, anche con pugni al volto. Sono i comportamenti che la Procura di Reggio Emilia e i carabinieri contestano a 13 operatrici sociosanitarie e alla coordinatrice di una struttura per anziani comunale di Reggio Emilia, convenzionata con il Servizio sanitario nazionale e accreditata a una cooperativa.
"Stai fermo qua e aspetta la tua ora" o "ti faccio volare fuori dalla finestra come Superman": sono solo alcune delle minacce che le operatrici avrebbero rivolto agli anziani della struttura.
Per sei donne è stata eseguita la misura cautelare della sospensione della professione per un periodo che varia dai sei ai 12 mesi, emessa dal Tribunale. L'accusa è maltrattamenti aggravati dall'averli commessi nei confronti di persone incapaci di potersi difendere nonché dall'essere stati commessi da persone incaricate di un pubblico servizio.
L'operazione "Pietas" è stata condotta dai militari, coordinati dal pm Maria Rita Pantani, che grazie a intercettazioni ambientali audiovisive hanno avuto conferma di quanto denunciato da familiari di alcuni anziani.
La coordinatrice della struttura è accusata del reato di omissioni di atti d'ufficio per aver omesso, essendo a conoscenza dei fatti, di denunciarli all'autorità giudiziaria. Le 13 operatrici socio sanitarie hanno un'età tra i 35 e i 54 e sono tutte residenti in provincia di Reggio Emilia a eccezione di una 50enne del modenese. Reggiana anche la 35enne coordinatrice della struttura.