Saman, estradato in Italia lo zio arrestato in Francia per l'omicidio
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A raccontarlo è stato il compagno di cella di uno dei cugini della giovane, che parlando con la polizia penitenziaria ha ricostruito i dettagli del delitto
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I parenti di Saman Abbas, la giovane pakistana scomparsa il 30 aprile 2021 dalla sua abitazione di Novellara, nel Reggiano, avrebbero stretto tra loro un patto del silenzio "con giuramento religioso sul Corano". L'accordo, secondo quanto emerge dagli atti dell'inchiesta per l'omicidio della ragazza, imponeva il divieto di rivelare ad altri il nome dei partecipanti al delitto e le modalità dell'esecuzione.
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A raccontare della circostanza è stato un detenuto compagno di cella di un cugino di Saman. Il verbale con il quale la polizia penitenziaria ha raccolto la testimonianza è datato 4 marzo: il detenuto ha raccontato agli agenti tutta la sequenza dell'omicidio della ragazza così come riferitagli dal cugino della giovane. Ora il documento è stato inserito agli atti del processo per omicidio, che si aprirà davanti al Tribunale di Reggio Emilia il 10 febbraio 2023: imputati sono il padre della ragazza, Shabbar Abbas, la madre, Nazia Shaheen, lo zio, Danish Hasnain, e due cugini di Saman, Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq.
Il racconto dell'omicidio
Il ruolo del cugino Ikram Ijaz, secondo il racconto del detenuto, "è stato quello di bloccare le gambe della ragazza mentre Danish Hasnain la soffocava insieme a un altro familiare attualmente in Spagna, tale Nomanulhaq". Subito dopo l'omicidio, prosegue il verbale, "hanno avvolto il corpo in un sacco di plastica, tipo quella utilizzata per le serre e messa su di una bicicletta e si sono incamminati verso un canale che hanno attraversato, con l'acqua che arrivava fino al petto. Una volta usciti dall'acqua, Nomanulhaq teneva il cadavere e Ijaz la bicicletta. Arrivati sul posto, Ijaz è tornato a casa ed è subentrato un'ulteriore persona, un altro zio di Saman. Quindi, quest'ultimo con Danish e Nomanulhaq hanno fatto a pezzi il corpo e gettato chissà dove. Sono tornati tutti a casa e hanno bruciato i vestiti indossati per evitare che le forze di polizia potessero trovare tracce di sangue della povera Saman".
Il giuramento sul Corano
In un altro verbale, il compagno di cella del parente di Saman racconta che al delitto avrebbero preso parte alti parenti che non sono tra gli imputati. "Tutta la famiglia, in merito all'omicidio premeditato, ha fatto un accordo, tipo giuramento sul Corano di non rivelare mai l'omicidio e le modalità di esecuzione, che riguardava tutti i partecipanti e tutte le persone a conoscenza dei fatti".
Le immagini delle telecamere
Le telecamere della casa di Novellara dove abitava Saman hanno immortalato la ragazza e la mamma in abiti tradizionali intorno alle 23.05, circa un'ora prima della morte della 18enne, e anche queste immagini, così come i verbali delle testimonianze raccolte dalla polizia penitenziaria, sono agli atti del processo. In altre immagini si vedono i due cugini indagati il giorno prima della scomparsa di Saman con una pala e il padre che esce di casa poco prima della scomparsa della ragazza.
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Il movente del delitto
Secondo le indagini, Saman, il cui corpo non è mai stato trovato, è stata uccisa perché aveva rifiutato un matrimonio combinato in Pakistan e voleva vivere la propria vita.