Continuano le ricerche della 18enne scomparsa da Novellara, il primo maggio. Il Dna darà la risposta su quanto rinvenuto a Lido Po e ritenuto appartenente a un cranio umano
La Procura di Reggio Emilia ha affidato ai Ris di Parma l'analisi di un frammento osseo, presumibilmente di un cranio umano, trovato a Lido Po e che potrebbe appartenere a Saman Abbas, la diciottenne pachistana scomparsa il primo maggio da Novellara, nella Bassa Reggiana, per aver rifiutato un matrimonio islamico combinato con un cugino in patria. A darne notizia è l'edizione locale de Il Resto del Carlino.
Il frammento osseo è stato trovato nell'area del Lido Po di Boretto dai carabinieri il 3 novembre. La sostituto procuratore Laura Galli, pm titolare dell'inchiesta, ha ordinato l'esame specialistico per estrarre il profilo biologico del Dna per capire se possa essere comparabile a quello della giovane.
Le ricerche si sono concentrate nei paesi rivieraschi sul Po dopo che il fratello minorenne di Saman aveva raccontato al gip - durante l'incidente probatorio in audizione protetta - di aver sentito un cugino in una riunione di famiglia che parlava di "farla in piccoli pezzi" e di "buttarla" a "Guastalla" dove "c'è un fiume".
Il reparto investigazioni scientifiche dell'Arma analizzerà anche alcuni abiti di Danish Hasnain, lo zio di Saman ritenuto l'esecutore materiale del delitto e che ora, dopo essere stato arrestato il 22 settembre in Francia, si trova in carcere a Parigi in attesa di estradizione. I vestiti sono stati sequestrati il 6 novembre da Novellara, nel casolare dove tutta la famiglia Abbas lavorava come braccianti e custodi di un'azienda agricola.
Cinque gli indagati accusati in concorso di omicidio premeditato, sequestro di persona, occultamento di cadavere: oltre allo zio, il cugino Ikram Ijaz è in carcere in Italia. Mentre sono latitanti l'altro cugino Nomanhulaq Nomanhulaq e i genitori Shabbar e Nazia Shaheen, fuggiti in Pakistan con un volo da Malpensa il primo maggio e dei quali non si hanno più notizie.