Saman, le ricerche si concentrano in un'area tra le serre
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Il messaggio avrebbe tratto in inganno la 18enne scomparsa da oltre un mese dalla Bassa Reggiana e che si presume sia stata uccisa dalla famiglia per aver rifiutato un matrimonio combinato
"Ti prego fatti sentire, torna a casa. Stiamo morendo. Torna, faremo come ci dirai tu". Sarebbe il testo di un sms "trappola" che Nazia Shaheen avrebbe scritto alla figlia Saman Abbas, quando quest'ultima era in comunità protetta, per indurla a tornare a casa. Il messaggio, riportato da "La Gazzetta di Reggio", avrebbe tratto in inganno la 18enne, scomparsa da oltre un mese da Novellara (Reggio Emilia) e che si presume sia stata uccisa dalla famiglia.
L'sms, secondo il quotidiano locale, risale al periodo in cui la ragazza pachistana si trovava nella comunità protetta dopo aver denunciato i genitori che volevano obbligarla a un matrimonio combinato.
La madre di Saman è indagata assieme al padre Shabbar - entrambi latitanti, si troverebbero in Pakistan - per omicidio premeditato in concorso insieme allo zio Danish Hasnain, ritenuto l'esecutore materiale del delitto, e ai cugini Nomanulhaq (latitante, si presume in Europa, con lo zio) e Ikram Ijaz, ora in carcere a Reggio Emilia, unico arrestato dopo essere stato fermato in Francia il 28 maggio mentre tentava di raggiungere la Spagna.
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