Queste dichiarazioni sono al vaglio dei carabinieri. La 18enne pakistana scomparve da Novellara, nel Reggiano, nell'aprile del 2021
Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) nell'aprile del 2021, sarebbe stata tenuta ferma dai cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, così da permettere allo zio Danish Hasnain di strangolarla con una corda. Sono alcune fasi del delitto raccontate da uno degli indagati, Ijaz, a un altro detenuto, che a sua volta lo ha riferito alla polizia penitenziaria. Queste dichiarazioni sono al vaglio dei carabinieri. Il corpo sarebbe stato poi gettato nel Po.
Secondo questa ricostruzione la madre della ragazza, Nazia Shaheen, in preda a una crisi di pianto, sarebbe stata allontanata dal marito, Shabbar Abbas. A questo punto entrebbe in scena un uomo di cui si ignora l'identità. Quest'ultimo avrebbe aiutato la famiglia a finire Saman Abbas, infilare il corpo in un sacco, caricarlo su una bici e poi, dopo averlo fatto a pezzi, gettarlo nel fiume.
Il legale del padre: nessuna confessione -La frase di Shabbar Abbas "ho ucciso mia figlia" sarebbe contenuta in un'informativa dove due persone parlano in un dialetto pakistano e non sarebbe stato accertato chi parli definitivamente. È quanto dichiara a LaPresse l'avvocato Simone Servillo, legale del padre di Saman, la 18enne di origine pakistana scomparsa dalla sua casa di Novellara la notte del 30 aprile 2021."Si tratta di un'informativa, quindi un documento di parte - afferma Servillo - contenente alcuni microstralci di conversazioni in dialetto pakistano e brogliacci trascritti dove non si sa come siano stati tradotti, chi stava parlando e cosa si siano realmente detti".