Bologna, la commemorazione in Piazza Maggiore 40 anni dopo la strage
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Ex di Avanguardia nazionale, era già stato condannato all'ergastolo un anno fa in quanto ritenuto uno degli esecutori della strage. L'arresto è scattato per il rischio di vendette e ritorsioni
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Per la strage di Bologna del 2 agosto 1980 è stato arrestato Paolo Bellini. Ex di Avanguardia nazionale, era stato condannato all'ergastolo un anno fa dalla Corte d'Assise di Bologna, in quanto ritenuto tra gli esecutori, assieme ad altri ex terroristi del Nuclei Armati Rivoluzionari già condannati, dell'attentato alla stazione che provocò la morte di 85 persone e il ferimento di 200.
Il quinto attentatore - Bellini, 68 anni, per l'accusa che lo condannò nell'aprile 2022, è il quinto attentatore, in concorso con i Nar condannati in definitiva, Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini e, in primo grado, Gilberto Cavallini.
I motivi dell'arresto - L'arresto di Bellini è scattato perché, secondo gli inquirenti, l'ex componente di Avanguardia Nazionale avrebbe pianificato una serie di vendette e ritorsioni anche nei confronti dell'ex moglie, colpevole di aver testimoniato contro di lui nel processo di primo grado che aveva portato alla sua condanna all'ergastolo. Nel mirino di Bellini, sempre secondo l'accusa formulata dagli investigatori bolognesi, sarebbe finito anche il figlio del presidente del collegio di giudici che lo avevano emesso il verdetto.
Nessun pericolo di fuga - Pur disponendo il carcere per le minacce all'ex moglie Maurizia Bonini e al figlio del giudice Caruso, con la possibilità, appunto, che possa commettere anche altri reati nei loro confronti, come chiesto dai Pg, la Corte d'Assise d'Appello di Bologna non ha però ravvisato il pericolo di fuga per Paolo Bellini. Prima di finire in carcere Bellini si trovava ai domiciliari. Il pericolo di fuga, tuttavia, era stato ravvisato da un'intercettazione risalente ai giorni successivi al deposito della sentenza di primo grado per la strage: Bellini, infatti, parlando con un'altra persona, gli avrebbe chiesto un aiuto per fuggire, anche se secondo i giudici si
sarebbe trattato di uno sfogo non accompagnato da elementi concreti.
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