Giovanni Padovani è stato interrogato dai pm e ha detto: "Era la mia ossessione, non avevo un piano"
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È stato interrogato dai pm della Procura di Bologna Giovanni Padovani, accusato di omicidio aggravato da premeditazione, futili motivi, stalking e legame affettivo per l’assassinio della sua ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, uccisa a 56 anni davanti a casa, il 23 agosto. "Lei era la mia droga, la mia ossessione. Non posso credere che non la rivedrò mai più", ha detto ai magistrati, come riporta Il Resto del Carlino. L'uomo, però, nega la premeditazione: "L'idea di ucciderla era solo virtuale", ha aggiunto secondo quanto scritto dal Corriere di Bologna.
Stando al Carlino, Padovani ha parlato per ore e ha spesso dovuto interrompere l'interrogatorio a causa di diverse crisi di pianto. "Con sofferenza e patimenti ha riferito circostanze e fatti utili a spiegare come un ragazzo di 27 anni sia arrivato all'esasperazione, tale da compiere un gesto di tale gravità nei confronti di una donna così più matura di lui", ha spiegato l'avvocato Gabriele Bordoni, difensore di Padovani.
La procura, dopo l'interrogatorio, si appresta a chiedere il giudizio immediato. In attesa che venga fissata l'udienza davanti alla Corte di assise, "valuteremo di fare istanza per un incidente probatorio in modo da accertare le condizioni psichiche del mio assistito - ha proseguito Bordoni -. Padovani ha spiegato ai pubblici ministeri i tormenti intervenuti, in un quadro particolare. Una condizione alterata dovuta da un lato a una sua predisposizione psichica, dall'altro alla relazione fortemente tossica e morbosa con la donna".
Dopo l'arresto, Padovani si era avvalso della facoltà di non rispondere. Nel frattempo, dalle indagini è emerso che un mese e mezzo prima di assassinare l'ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, Giovanni Padovani scriveva, nelle note del cellulare, che l'avrebbe uccisa: "La uccido perché mi ha ucciso moralmente", appuntava il 2 luglio 2022.
Il calciatore, però, durante l’interrogatorio ha negato ci fosse un piano per uccidere l’ex. L'idea sarebbe stata solo "virtuale". "Uno sfogo mentale, qualcosa a cui pensavo per liberarmi la testa da quel pensiero", ha detto Padovani - come riporta il Corriere - giustificando le ricerche su Internet su come uccidere. Per quanto riguarda il martello usato per colpire la vittima, ha detto di averlo portato per legittima difesa nei confronti del cognato che, in passato, "era stato minaccioso nei suoi confronti" - spiega il Carlino - e di essere stato colto dalla furia per i "continui tira e molla e cambi d'atteggiamento" della vittima che lo facevano sentire "intrappolato".